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Cronaca Finale Emilia

Estorsione e minacce ad un ex imprenditore, arrestato 38enne

Nella Bassa la Polizia di Stato ha messo fine alle vessazioni ai danni di un imprenditore 37enne, minacciato a più riprese da un ex socio tramite un “professionista del settore”. La vittima aveva già consegnato 3.000 euro al suo taglieggiatore

Sono passati anni, vissuti nel terrore per la propria incolumità e per quella dei famigliari, prima che un ex imprenditore edile di Finale Emilia, oggi 37enne, trovasse il coraggio di denunciare un'estorsione a proprio danno. La vicenda è stata seguita con molta attenzione dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Mirandola, che dopo accurate indagini hanno chiesto e ottenuto l'arresto del taglieggiatore e la denuncia per il mandante.

Il tutto, infatti, sarebbe stato architettato da un imprenditore di San Felice sul Panaro, con il quale la vittima aveva avviato una società poi chiusa. Di fronte ad alcune cartelle esattoriali il sanfeliciano avrebbe quindi deciso di rifarsi sull'ex socio, assoldando un noto criminale residente da tempo nella Bassa e con alle spalle precedenti per estorsione e altri reati. Si tratta di Gaetano Tafuri, 38enne cresciuto nel casertano e trapiantato da tempo a Finale Emilia, per altro scarcerato solamente lo scorso gennaio dopo l'ennesimo periodo passato in cella. 

Tafuri si è posto quindi come “intermediario”, chiedendo al malcapitato una cifra di 40.000 euro per conto dell'ex socio, millantando un debito contratto al momento della cessazione dell'ex impresa edile. I contatti si sono poi susseguiti, con pressioni e minacce telefoniche, che hanno permesso all'estorsore di incassare in più “rate” circa 3.000 euro, che l'ex imprenditore aveva consegnato nella speranza di liquidare Tafuri e la sua insistenza. Il taglieggiatore aveva mantenuto un atteggiamento quasi distaccato, fingendosi amico, ma evocando la possibilità che l'ex socio potesse decidere di passare alle vie di fatto, inviando alcuni giovani picchiatori albanesi a casa dell'imprenditore.

Negli scorsi mesi la situazione era diventata ancora più insostenibile: ad un incontro con la vittima Tafuri era stato accompagnato anche da un uomo, con una cicatrice sul volto e un fare minaccioso, presentato proprio come uno di quegli albanesi pronti a passare alle vie di fatto. Di fronte a questa ennesima minaccia e alla pressante richiesta di saldare la restante cifra per coprire i 40mila euro di presunto debito, il 37enne finalese ha trovato la forza di chiedere l'intervento della Polizia, cui ha denunciato tutto quanto era accaduto negli anni.

Gli uomini del Commissariato di Mirandola, dopo intercettazioni e pedinamenti per verificare ogni dettaglio della storia, hanno organizzato insieme alla vittima una consegna di denaro per tendere una trappola al taglieggiatore. Quando Tafuri si è presentato e ha ritirato una somma di 1.000 euro, è scattato il blitz della Polizia, che lo ha bloccato e arrestato con l'accusa di estorsione. Parallelamente, gli agenti del Settore Anticrimine hanno perquisito i locali in uso al mandante, l'imprenditore sanfeliciano, sequestrando diversi documenti e denunciandolo a piede libero in attesa di ulteriori approfondimenti. L'imprenditore, sottoposto a interrogatorio di garanzia, si è rifiutato di rispondere.

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