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Cronaca

“Regione non rispetta gli accordi sulla distribuzione”, farmacie verso lo sciopero

Le farmacie dell'Emilia-Romagna criticano le scelte politiche della sanità regionale sulla distribuzione per conto dei medicinali. Federfarma e Assofarm: “Basta, Ausl boicottano gli accordi presi già due anni fa”

"Siamo costretti a restare in farmacia a battenti aperti, ma allo stesso stesso siamo svuotati della nostra missione: quella di distribuire i farmaci. È un controsenso e la Regione deve rimediare". Suona forte e chiaro il grido di allarme delle farmacie dell'Emilia-Romagna, private e pubbliche. Federfarma e Assofarm confidano ormai solo nell'incontro del 22 aprile con l'assessore Sergio Venturi per scongiurare la dichiarazione dello stato di agitazione in tutto il territorio regionale. Senza svolte nella trattativa, verrà innescata una serie di proteste che culminerà nella chiusura delle farmacie private giovedi' 5 maggio, dalle 8.30 alle 12.30, e nella contestuale sospensione dei servizi da parte di quelle pubbliche. 

"Siamo pronti a presidiare in camice sotto la sede della Regione", avvisano i diretti interessati oggi dalla sede di Federfarma a Bologna, ricordando che è dall'anno scorso che la questione è stata segnalata a viale Aldo Moro. La ragione della protesta, sbottano Federfarma e Assofarm (961 e 200 farmacie associate in Emilia-Romagna), è il mancato rispetto da parte di molte Aziende sanitarie, soprattutto quella della Romagna ma anche a Bologna, Modena e Reggio, dell'accordo regionale sulla distribuzione dei medicinali delle Ausl da parte delle farmacie: si tratta della distribuzione "per conto", in alternativa a quella diretta. L'intesa che sventolano i farmacisti è stata sottoscritta da Regione, Federfarma e Assofarm il 24 giugno 2014: riguarda un accordo a costo zero per il Servizio sanitario, con "nessun onere aggiuntivo per la Regione ma con evidenti benefici e risparmi per la collettività che, trovando nella farmacia territoriale tutti i farmaci di cui necessita, non deve più sottostare agli spostamenti e accessi ridotti che impone la distribuzione diretta" in capo alle Ausl.

Ma appunto, il fronte sulla distribuzione si intreccia con quello della legge regionale 2 del 3 marzo 2016, che "al danno aggiunge la beffa". Abolendo la reperibilità diurna per le farmacie dei piccoli Comuni, rilevano i farmacisti in questo caso capeggiati dal rappresentante regionale di quelle rurali, Alessandro Magnani, "da una parte si costringe il farmacista a restare in farmacia a battenti aperti con evidenti rischi per la propria incolumità e sostenere orari di lavoro pesantissimi; dall'altra le Ausl, aumentando la distribuzione diretta, svuotano la farmacia della sua principale funzione, che è quella di distribuire i farmaci nel territorio, e costringono i cittadini a spostarsi anche di 20-30 chilometri per reperire i farmaci". 

Rincara ancora la dose Toschi: "Abbiamo cercato di spiegare il comportamento scorretto di alcune Asl locali, praticato con il silenzio compiacente della Regione, alle forze amministrative e politiche regionali senza alcun risultato". Ecco un'altra fattispecie segnalata da Dal Re: "Non è piu' accettabile che un cittadino che abita sul lato sinistro di una strada reperisce, comodamente in farmacia, i farmaci di cui ha bisogno, mentre il dirimpettaio, appartenente ad altra Ausl, deve fare oltre 20 chilometri per raggiungere l'ospedale e ottenere i farmaci".

(DIRE)

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