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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Pavullo nel Frignano

"Premio Letterario Frignano", ecco i nomi dei sei finalisti

A contendersi la XIX edizione del Premio Letterario Frignano saranno Paolo Giordano, Michele Marziali e Francesco Pecroaro; mentre la terna di finalisti del Premio Frignano Ragazzi è composta da Nicola Brunialti, Luigi Garlando, Guia Risari. La premiazione si terrà sabato 6 settembre al Castello Montecuccoli

L'’importante Premio Letterario, nato nel 1959, riconquista con la XIX edizione la sua originaria identità “nomade” intitolata al Frignano, e si dividerà fra Pavullo e Pievepelago, iniziando un nuovo corso che in futuro avrà per protagoniste anche altre località dell’Appennino modenese. Il Premio, che dal 2010 prevede due sezioni - una per la narrativa e una per quella riservata ai ragazzi - nelle passate edizioni ha visto tra i vincitori scrittori del calibro di Alberto Bevilacqua, Paolo Giordano, Vinicio Capossela, Antonio Scurati, Michele Mari, Ugo Cornia, Cesare De Marchi e Aldo Busi.
I premi – 5.000 euro al vincitore e 3.000 al primo classificato della sezione ragazzi – saranno assegnati e consegnat! i sabato 6 settembre a Pavullo nella splendida cornice del Castello Montecuccoli, dove i vincitori leggeranno alcune brani dalle loro opere.

La più prestigiosa manifestazione letteraria dell’Appennino modenese, nata 55 anni fa e che ha visto fra i fondatori il critico Carlo Bo, prevede la partecipazione al Premio di opere narrative di autori italiani viventi edite tra il maggio 2013 e il maggio 2014, che possono essere presentate dagli autori stessi, da editori o proposte dalla giuria, di cui Arrigo Levi è presidente onorario. Gli altri componenti sono Michelina Borsari, Franca Baldelli, Roberto Barbolini, Stefano Marchetti, Riccardo Montegobbi e Stefano Calabrese. A questa edizione hanno partecipato 24 case editrici fra cui Einaudi, Mondadori, Sellerio, Marsilio, Piemme, Ponte alle Grazie e Giunti per un totale di ben 37 opere in gara, 23 per il Premio Frignano e 14 per il Premio Frignano Ragazzi intitolato a Giuseppe Pederiali.

Questi i tre finalisti: 

Francesco Pecoraro, La vita in tempo di pace, Ponte alle Grazie  
Con La vita in tempo di pace Francesco Pecoraro ha scritto un romanzo all’insegna della bile nera, senza mai rinunciare al bisturi spietato della ragione. Oggetto della sua scrittura inconciliata è il lungo e controverso “tempo di pace” degli ultimi sessant’anni di vita italiana, entro cui si snodano e riannodano i nessi memoriali e le attualissime incazzature del protagonista Ivo Brandanti, ingegnere disilluso e filosofo mancato. Per oltre cinquecento pagine, con una struttura “a fisarmonica” sorretta da una lingua fluviale e limacciosa capace d’impennate virtuosistiche, Pecoraro sputa rospi e smaschera il congegno della nostra soffice apocalisse occidentale con le armi incorrotte della letteratura. Per lui si sono spesi i nomi di Gadda e Céline. Ma Pecoraro non ha bisogno di patenti. Il suo è un libro originale, arduo eppure necessario.

Paolo Giordano, Il nero e l'argento, Einaudi
È senza dubbio l'autore più giovane e premiato della letteratura contemporanea italiana. Classe 1982, torinese di nascita e dottore di ricerca in fisica teorica, nel 2008 ha ottenuto uno straordinario riscontro di pubblico con la Solitudine dei numeri primi, un romanzo che ha venduto oltre un milione di copie, ha ricevuto numerosi premi dal Campiello allo Strega e al Frignano. Scrittore di orientamento stilistico essenzialista e minimal, amante delle "distanze" narrative, anche in quest'ultimo romanzo Giordano persegue con lucidità il "raffreddamento" della storia raccontata. Se La solitudine dei numeri primi metteva in scena due personaggi simili ma asintotici, destinati per così dire a sfiorarsi in una vicinanza distante, nel Nero e l'argento non si può neppure parlare di una storia vera e propria. Lui e lei, il nero e l'argento, vivono l'esistenza di una giovane coppia che per accudire il figlio ricorrono all'aiuto di A., signora tuttofare che entra nella routine domestica portandovi ordine, capacità di governo classificatorio della realtà e processi decisionali chiari ed efficaci, ma a un certo punto anche la malattia e il mistero ingiustificabile della morte. Affetta da cancro, A. esce infatti lentamente dall'alveo della routine della giovane coppia, in affanno con la realtà e i cui destini sono "insolubili", cioè incapaci di mescolarsi in una miscela armonica. Attraverso Il nero e l'argento, che potremmo definire romanzo di parola, dove la rinuncia all'agire dei personaggi orienta l'attenzione del lettore sul piccolo gesto quotidiano Giordano si conferma uno scrittore con la maiuscola, in grado di utilizzare le parole secondo un sapiente, raro e originale artigianato narrativo.

Michele Marziali, Nel nome di Marco, Ediciclo
La vita è spesso in salita. Lo era per Marco Pantani, ciclista grande e sfortunato, lo è anche per Fausto, anzi don Fausto, il protagonista del romanzo di Michele Marziani. La figura del Pirata, campione delle due ruote, diventa lo spunto per raccontare la storia e i contrasti interiori di un sacerdote dalla vocazione combattuta: don Fausto, appassionato della bicicletta e delle scalate faticose (e per questo appassionato fan di Pantani), ama una ragazza, Sandra, e per lei arriverà ad abbandonare la tonaca. Tuttavia è soltanto la prima salita: quando dalla loro unione nascerà un figlio, Marco, affetto dalla sindrome di Down, Fausto si troverà ad affrontare un nuovo tormento. L'ormai ex sacerdote vede quel figlio come una punizione di Dio per la sua 'disubbidienza', non riesce ad accoglierlo e a provare verso di lui amore e comprensione. Inizia così una nuova discesa verso un baratro di solitudine, di isolamento e di disperazione, fino a quando una svolta decisiva cambierà ancora tutto, proprio nel giorno in cui Marco Pantani viene trovato morto in un residence a Rimini. Condotto con misura dall'autore riminese, e ricco anche di colpi di scena, “Nel nome di Marco” intreccia in modo efficace e a tratti commovente le vicende e le inquietudini di anime nella tempesta, in una vita che – come sanno bene i ciclisti – spesso è un percorso pieno di ostacoli e di cadute, ma anche di possibili riscatti.

Terna Premio Frignano Ragazzi “Giuseppe Pederiali:

Nicola Brunialti, Sammy Sparaballe, Edizioni Lapis
Autore di celebri storyboard pubblicitari - come gli scenari del paradiso immaginati per la Lavazza - e di programmi televisivi, scrittore assai prolifico nell'ambito della letteratura per l'infanzia, Nicola Brunialti ricorre a una gaia leggerezza narrativa per smontare, con puntiglio antipedagogico, il luogo comune che classifica le bugie come il contrario della verità. Niente affatto. Nel mondo fatato di Sammy detto "sparaballe" il mendacio ha invece la virtù di trasformarsi in realtà, e l'esistenza sembra essere assorbita dalla mattina alla sera dall'attività frenetica di inventare ciò che non esiste e mentire, mentire sempre. Le menzogne talvolta funzionano e per così dire "si avverano", ma non è detto che si tratti di un positivo capovolgimento. Tutta l'esistenza di Sunflower, la città dei girasoli in cui abita Sammy, è dunque orientata dalle bugie di Sammy, i cui racconti, come per magia, si trasformano in realtà: immagino ad esempio che ci sia un disco volante parcheggiato in giardino? Eccolo lì davanti a noi, con due esserini verdi che escono con le orecchie a trombetta... Il romanzo di Brunialti finisce dunque per importare anche nella letteratura per l'infanzia il realismo magico ormai diffusosi a livello mondiale, dove verità e finzione, attuale e virtuale non fanno altro che mescolarsi senza posa.

Guia Risari, Il Taccuino di Simone Weil, RueBallu
Una voce narrante racconta di sé mentre si trova in un ospedale per guarire dalla tubercolosi - sorta di "montagna incantata" dove la vita si ferma e il pensiero corre - e alterna le pagine di un diario su cui annota per suggestivi, cursori frammenti le tappe principali della propria vita, dall'inizio del Novecento agli anni del secondo conflitto mondiale. La Francia è al centro della rappresentazione, ma intorno vi orbita l'intera Europa, già presa nel vortice maligno e nefasto dei nazionalsocialismi.  A chi appartiene la voce narrante? L'autrice Guia Risari, che si muove tra Italia e Francia ed è già nota per aver pubblicato poesie, racconti e saggi in particolare sul tema dell'ebraismo, finge che a parlare di sé in prima persona sia Simone Weil (1909-1943), una delle più inclassificabili pensatrici del Novecento, filo-marxista e mistica, attivista partigiana e sostenitrice di un solidarismo politico a tutto campo. Il libro nitido e essenziale della Risari percorre la strada pedagogicamente efficace di avvicinare un pubblico adolescenziale al pensiero della Weil immaginando che sia lei stessa a ricordare e riflettere sulla propria esistenza mentre si trova a vivere gli ultimi giorni di vita nel sanatorio di Ashford, alle porte di Londra.

Luigi Garlando, O’maè, Piemme
Filippo ha quattordici anni e un destino segnato. Abita a Scampia, dove il futuro gli dà una sola possibilità: entrare nel Sistema, la camorra. Suo fratello Carmine, infatti, è affiliato al clan del boss Toni Hollywood e lui lavora come sentinella. Un pomeriggio, però, suo zio gli chiede di accompagnarlo alla palestra di judo di Gianni Maddaloni. A Filippo quei ragazzi che combattono in “pigiama” all’inizio sembrano ridicoli. Con il tempo, però, il judo gli insegna a guardare le cose in modo nuovo, e presto il ragazzo sarà costretto a scegliere tra il clan di Toni Hollywood e quello dei Maddaloni. Tra la vasca di marmo nero a forma di conchiglia che ha visto nella villa del boss e i fenicotteri che un tempo popolavano il parco e che i “guerrieri in pigiama” promettono di riportare a Scampia.

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