Fiorano. Raccolta fondi per una lapide in ricordo di Gianni Franchini

RIcorre il 23 novembre 2016 il primo anniversario della scomparsa di Gianni Franchini, figlio, fratello e amico di tutti i Fioranesi. Nato il 13 marzo 1950 a Modena, era arrivato in paese da San Giovanni Persiceto il 6 ottobre 1977, ospitato dal comune prima nella casa di Via Cameazzo, nell’ambito di un progetto di reinserimento sociale perfettamente riuscito, tanto che non è più ripartito, abitando poi in Via Santa Caterina da Siena e infine presso la Casa protetta Coccapani, Lo ricordiamo grazie al murale realizzato sul fronte meridionale del Teatro Astoria, visibile da Via Vittorio Veneto.

RACCOLTA FONDI. Gianni è ora sepolto a Fiorano e, trascorso ormai un anno, è possibile completare la sepoltura con una lapide. Ruggero Cavani, che ha sempre aiutato Gianni, aveva aperto una sottoscrizione per realizzarla. Manca ancora qualcosa per completare la raccolta e perciò si trasmettono nuovamente i dati per tutti coloro che vogliano dire ‘grazie’ a Gianni anche in questo modo. Con la causale ‘Per Gianni’ è possibile fare un bonifico presso la sede di Fiorano del Banco Popolare, sul conto corrente 18900, codice Iban IT51 S 05034 66760 000000018900.

Proprio Ruggero Cavani, durante la cerimonia funebre, aveva ricordato così Gianni: “Era il novembre del 1977, 38 anni fa, quando ti abbiamo conosciuto: la tua simpatia, il tuo carattere gioviale, la tua tenerezza e il tuo cuore grande e generoso ti hanno contraddistinto in tutti questi anni. Ricordiamo brevemente le tappe della tua presenza a Fiorano: già nei primi anni 80 il tuo lavoro all’Officina Meccanica Sassolese, la tua attività presso la Cooperativa Alecrim, il volontariato al cimitero a fianco di ‘Colli’, il servizio di accompagnatore di ammalati e disabili con l’Unitalsi, l’attività di cameriere alle feste organizzate in paese: da quelle dei Partiti, della Parrocchia, dell’Avf, dell’AC Fiorano, della Libertas e da altre ancora."

Ruggero Cavani ha poi concluso: "Ci siamo domandati come facessero a portarti in giro per quei tanti chilometri ogni giorno, erano davvero robuste. Poi le penne variopinte erano una tua ossessione, perché sentivi forte il desiderio di fare e regalare fantastici e coloratissimi disegni. E cosa dire dei cappelli: quello del vigile, quello con la stella rossa al centro della visiera, quello del marinaio che portavi alla Baciccia, quello del cow boy.Non possiamo dimenticare i tuoi tanti costumi, su tutti quello del Principe Azzurro e quelli di Babbo Natale. Ma un ricordo speciale lo voglio riservare alla fisarmonica e all’indimenticabile chitarra. Sì, la chitarra tua compagna inseparabile. Finché le forze te lo hanno permesso hai fatto a tanti, a partire dai bambini fino alle nonne, bellissime serenate”.