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Cronaca Maranello

Maranello, ancora un furto nella villa dell'imprenditore Marasti

La casa è stata messa a soqquadro e la cassaforte è stata smurata e aprta con un flessibile. Bottino ingente per i malviventi che hanno colpito in pieno giorno a casa dell'imprenditore, che scrive una lettera: "Sicurezza a liveli del sudamerica"

Lo scorso 21 giugno dalle ore 9,15 alle ore 13,20 si è consumato in pieno giorno il secondo furto in casa Marasti a Maranello. Si tratta dell'abitazione del noto imprenditore Giuseppe Marasti, già vittima di un furto analogo nel gennaio 2012, quando i malviventi scapparono con un bottino di oltre 100mila euro. I ladri sono entrati dall’ingresso esterno che porta alla taverna aprendo una porta-inferriata e sfondando un’altra porta con vetro blindatoPoi – forse erano in 4 o 5 persone – sono arrivati alla cassaforte che hanno aperto smurando i mattoni sovrastanti e usando il flessibile. Altri hanno messo a soqquadro tutta l’abitazione rovistando in tutti i cassetti, dietro a tutti i quadri e lasciano sui pavimenti una situazione indescrivibile.

"Hanno portato via argenti, due orologi, preziosi e denaro. Hanno scassinato mobiletti lasciando alle loro spalle un caos infernale racconta lo stesso Giuseppe Marasti, che poi aggiunge - Sono violazioni personali talmente forti e devastanti che se uno non le prova non le capisce. E chi ha il dovere di impedirle, politici e rappresentanti istituzionali, dovrebbe provarle, allora forse cambierebbe il filmato. In poco più di due anni ancora un’altra volta i ladri, che hanno completato l’opera portando via quegli argenti (tanti erano regali di nozze, oggetti anche di valore altamente affettivo) che la volta scorsa avevano lasciato. Si vede che le fonderie ora fondono anche l’argento".

Dopo l'ennesimo importante danno subito, l'imprenditore maranellese ha deciso di scrivere di proprio pugno una lettera: "La situazione del nostro Paese anche per quanto riguarda l’ordine pubblico si avvia verso modelli sudamericani. Qui da noi però un Carabiniere non può entrate in casa tua se non ha un mandato e i ladri invece sì. Anzi se recinti la tua casa con filo spinato o sul muro di recinzione metti dei cocci di vetro commetti un reato. Perché loro, i ladri, debbono poter entrare senza subire danni. Se uno vive in un paese del sud e paga un pizzo a una mafia tutto questo non accade e con una somma ridicola si tutela. Cosa che lo Stato (la tutela) inspiegabilmente non è capace di fare. Perché? E questa diventa ancor più una violenza pesantissima verso il normale cittadino. Nonostante ci stiano massacrando di tasse. Se le forze dell’ordine acchiappano un ladro, dopo pochissimo è fuori. Qualcuno pensa di cambiare una qualche legge? O no? Va bene così? La gente, il popolo non ne può più di precarietà!"

Poi l'imprenditore va oltre: "Mi rivolgo ai giovani, quelli capaci di intendere, e sono la stragrande maggioranza. Alzate la testa: hanno rubato il vostro futuro di lavoro, vi rubano la sicurezza dei vostri genitori e quindi la vostra. Organizzatevi democraticamente per cambiare le cose in un Paese che si è smarrito. Non andate all’estero, state qui, perché questo è il Paese più bello del mondo, e ve lo dice uno che ha girato parecchio.Quando entrate in un ufficio pubblico, non lasciatevi sbeffeggiare. Siete voi e noi che paghiamo i loro stipendi. Siamo noi che abbiamo il diritto con educazione di chiedere e loro hanno il dovere di rispondere. Rispettate le forze dei Carabinieri, che hanno risorse eccellenti. Come quelle di Polizia. Però fermate questo rovesciamento del mondo - conclude Marasti - perché queste persone debbono essere messe in grado, da chi sta più in su, di poter operare e difenderci".

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