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Cronaca Castelnuovo Rangone

Expo e corruzione, la Cgil vede “coincidenze modenesi”

Il sindacato chiama in causa la già discussa General Montaggi di Castelnuovo, sottolineando il legame dell'azienda con l'imprenditore vicentino della Maltauro Spa, sotto inchiesta per gli appalti di Expo 2015

La vicenda della General Montaggi di Castenuovo Rangone si colora delle tinte del sospetto. O perlomeno sarebbe così stando al pensiero della Cgil modenese, che in una nota del coordinatore legalità e sicurezza Franco Zavatti, avanza un'ipotesi di legame tra la ditta nostrana e uno dei principali attori dello scandalo appalti che sta investendo l'Expo di Milano 2015. Quanto accaduto all'impresa di Castelnuovo è ormai noto: dopo una sospetta fusione transfrontaliera con una minuscola realtà rumena, è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia della cessata attività.

Il collegamento proposto dalla Cgil fa riferimento al noto imprenditore della Maltauro Spa - ancora agli arresti – reo di aver pagato mazzette per ottenere l'appalto in un cantiere milanese. In riferimento a General Montaggi, Zavatti scrive: “Emergono i tanti dubbi per una chiusura d'impresa, dopo tanti e complicati passaggi societari, tra Italia e Romania, cessione di rami d'azienda, ruoli tutti da chiarire di professionisti e prestanome già coinvolti in altre gravi vicende di bancarotta. Coincidenza vuole che mentre l'imprenditore vicentino Maltauro (già coinvolto nella tangentopoli milanese di 22 anni fa) raccontava dal carcere il vero e proprio "sistema" corruttivo per aggiudicarsi una serie di appalti prestigiosi all'Expo, e non solo, finiti nel mirino della Direzione Antimafia, dalla storia recente della nostra più vicina General Montaggi Srl, emerge che con il "pagatore della cupola milanese" Enrico Maltauro, la GM ci ha lavorato e parecchio”.

Il sindacalista della Cgil fa riferimento alla collaborazione tra le due imprese per l'intera ristrutturazione della Torre Garibaldi a Milano. “Il fatturato della G.M. Srl di Castelnuovo raggiunse il picco di ben 4,2 milioni di euro per poi crollare – spiega ancora Zavatti, che poi prosegue - Gli uomini della Guardia di Finanza faranno gli accertamenti milanesi, per valutare ogni eventuale connessione e si ritornerà ai processi che, si spera, faranno pulizia. Mentre alla politica ed a chi amministra, spetta il pressante compito di adeguare con urgenza le norme su contratti e appalti nel senso di maggiore trasparenza, legalità ed anticorruzione”. 

Sospetti a parte – per altro non suffragati da alcuna prova - il sindacato è ancora impiegato nel sostegno ai quasi 100 dipendenti della General Montaggi, colpiti da lettere di licenziamento e trasferimenti forzosi. La società ha rifiutato più volte tavoli di confronto e la vertenza non sembra offrire spiragli di trattativa.

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