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Cronaca

Droga, Giacobazzi: "Ma quale cocaina? E' stato tutto un equivoco"

Il comico romagnolo si difende: "Io in un'intercettazione telefonica con un amico finito sotto inchiesta. Nessun patteggiamento, combatterò per la mia innocenza". L'udienza è fissata per il 14 ottobre prossimo

"E' categoricamente falso che Andrea Sasdelli sia mai stato trovato in possesso di sostanza stupefacente e non è questa la circostanza in cui si sostanzia l'accusa". Sarebbe un equivoco legato all'errata interpretazione di un'intercettazione telefonica in cui Andrea Sasdelli, in arte Giuseppe Giacobazzi, noto comico di Zelig, parlava di grappa in maniera scherzosa con un amico già sotto inchiesta per stupefacenti. E' questo quanto precisato dall'attore 48enne che ha commentato in una nota la richiesta di condanna per spaccio avanzata nei suoi confronti dal pm di Modena.

Sasdelli lamenta inoltre che non sia stato "mantenuto quel riserbo che ci si augurava", e che il pur importante diritto di cronaca sia diventato in alcuni casi "una licenza di mentire". Tutta colpa di "un equivoco" nella conversazione telefonica intrattenuta con l'amico in effetti "finito sotto inchiesta e perciò intercettato. L'infondatezza dell'accusa mossa ad Andrea Sasdelli risulta tanto più evidente dalla lettura di una imputazione assolutamente indeterminata, circostanza riconosciuta dagli stessi inquirenti, e priva di qualsivoglia riscontro". Per questo Sasdelli ha deciso di non patteggiare, ma di "combattere per la propria innocenza, cercando di dimostrare, al di là di ogni ragionevole dubbio, la completa insussistenza" delle accuse.

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