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Cronaca

Riclaggio, cresce il sospetto di infiltrazioni della Sacra Corona Unita

Imprese intestate a malati terminali cedute o affittate ad altre ditte registrate in Polonia con la compiacenza anche di professionisti modenesi. E in questo passamano compare sempre la stessa famiglia pugliese. Questo il racconto di Franco Zavatti, Cgil

Diversi mancati pagamenti segnalati dai lavoratori di piccole imprese (tessile, meccanico, commercio, servizi) all'osservatorio sindacale Cgil hanno portato a delineare un ritratto preoccupante del tessuto economico modenese con forti sospetti di riciclaggio di denaro sporco e altri illeciti finanziari: come se non bastasse la già ingombrante presenza di cellule dei Casalesi, il sospetto è che dalla "lontana" Puglia sia estesa su modena la longa manus della Sacra Corona Unita. "Tutto quanto abbiamo raccolto è stato tempestivamente segnalato a chi di dovere", assicura Franco Zavatti, coordinatore legalità e sicurezza Cgil Emilia Romagna.

COME FUNZIONA - Il modus operandi che andremo ad illustrare riguarda una ventina di imprese modenesi che, non versando in buone acque, affrontano il seguente iter per uscire dal pantano della crisi: queste ditte vengono acquistate o prese in affitto sempre dagli stessi soggetti e in tutti questi venti casi compare sempre la stessa famiglia di origini pugliesi. Successivamente all'atto d'acquisto, metà di queste imprese va verso la liquidazione o il fallimento e sempre alcune di queste vengono intestate e malati terminali (molto probabilmente usati come prestanome) poi deceduti alla conclusione dell'affare in Polonia, luogo dove vengono cedute o affittate le aziende modenesi ad imprese "acquirenti" registrate nel Paese dell'Europa centrale.

CONCLUSIONI - In alcuni casi, come racconta l'esponente Cgil, l'ex proprietario dell'impresa modenese continua tranquillamente a lavorare nella nuova società, prendendo in affitto la sua stessa ex azienda. "Il  giro  delle operazioni così descritto - racconta Zavatti - è naturalmente seguito e tutelato da colletti bianchi, professionisti (avvocati, notai e commercialisti) pugliesi che lavorano in trasferta a Modena, ma anche da colleghi modenesi, forse perché più comodi. Anche questa vicenda conferma la necessità di dare la più ampia applicazione al Codice etico assunto recentemente dal Comitato unico dei professionisti modenesi".

LAVORATORI - "Arrivano numerose richieste da parte di lavoratori e lavoratrici di tutela per diritti elementari calpestati, per importanti danni economici subiti - spiega Franco Zavatti - Accanto  al  furto  di diritti legittimi, retribuzioni negate, Tfr spariti, contributi mai versati, si incontra il destino di tante piccole imprese in difficoltà che incrociano il malaffare. I sospetti di infiltrazioni malavitose nella nostra economia si fanno più concreti. Con  l'ausilio di qualche "visura" al modico costo di pochi euro, l’Ufficio Vertenze  sindacale, oltre che attivare ogni possibile tutela per i crediti dei lavoratori, raccoglie i pezzi di un puzzle e intravede un panorama a tinte fosche. Un'impresa in difficoltà può essere nel mirino di chi si organizza per sfruttarne le spoglie. O di chi già è organizzato nel malaffare dell'economia illegale e malavitosa".

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