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Cronaca Via Alessandro Cavazza

Inceneritore, la Regione fissa un tetto di 180mila tonnellate l'anno

Stando a quanto dichiarato dal sottosegretario alla Presidenza Bertelli, l'impianto modenese non potrà bruciare più di quanto oggi fa. Di fatto viene ridimensionata la quota stabilita per legge con la determina dello scorso agosto

Meno rifiuti negli inceneritori di Modena e Rimini rispetto a quanto la legge permetterebbe. Lo garantisce il sottosegretario alla presidenza della Regione Alfredo Bertelli, nell'informativa sul piano regionale dei rifiuti tenuta il 24 gennaio di fronte alla terza commissione Ambiente del Consiglio delle autonomie locali (Cal). La notizia è stata diffusa dall'agenzia Dire e apre nuovi scenari che riguardano direttamente anche l'impianto di via Cavazza, la cui potenzialità è stata fissata a 240mila tonnellate, accendendo una fortissima polemica in città.

Nella riunione sono state esaminate le osservazioni degli enti locali al Prgr, confluite poi in un documento di intesa che, come confermato dalla presidente del Cal Marcella Zappaterra, è stato ratificato nella successiva riunione della commissione il 29 gennaio registrando però il voto contrario del sindaco reggiano di Casalgrande Andrea Rossi. Nel verbale della seduta del 24 gennaio Bertelli assicura però che, “nel rispetto degli obiettivi di piano, è stato previsto un fabbisogno di trattamento per le province di Modena e Rimini soddisfatto dalle sole linee attualmente funzionanti dei due impianti di termovalorizzazione”. Ciò, prosegue l'alto dirigente regionale, “determinerà la conseguente riduzione della capacità autorizzata dei termovalorizzatori di Modena e Rimini rispettivamente a 180 mila tonnellate annue e 125 mila tonnellate annue”.

Si tratta perciò di un chiaro segnale che ridimensiona gli ultimi avvenimenti, vale a dire la tanto contestata determina dello scorso 14 agosto che permette all'impianto di Hera di bruciare fino a 240mila tonnellate, seppure oggi la capacità tecnica non lo consenta e si fermi proprio a quota 180mila.

Inoltre, rispetto alla proposta avanzata dai Comuni di ridurre a 3 gli inceneritori in regione contro i 6 che si prevede rimangano in funzione, Bertelli aggiunge: “Vi è la massima disponibilità a valutare scenari diversi da quelli indicati nel piano, ma a condizione che questi siano supportati da progetti industriali coerenti con le strategie regionali e fondati su dati tecnico-economici verificabili e condivisibili”. Un'apertura quindi, seppur molto prudente, verso una nuova strategia di smaltimento dei rifiuti che permetta di spegnere uno o più impianti di incenerimento sul nostro territorio.

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