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Cronaca

Ladri di biciclette, la vita non è un film: i numeri dicono che è peggio

La FIAB ha condotto la prima indagine nazionale sui furti di biciclette, fenomeno che genera ogni anno un danno di 150 milioni di euro all'economia del Paese. L'importanza di denunciare i furti - oggi solo il 40% - e la proposta della punzonatura del codice fiscale

Uscire di casa con la propria bicicletta e parcheggiarla in strada con il timore che possa essere rubata è ben più che una semplice paura per ogni modenese. Ma anche in tante altre città, vicine e lontane, il problema è grave. Ogni anno in Italia vengono rubate circa 320.000 biciclette dei quattro milioni di pezzi circolanti: per i ciclisti italiani il rischio di essere derubati è secondo solo a quello di essere investiti. Lo sa bene la FIAB – Federazione Italiana Amici della Bicicletta - che in occasione del 65° anniversario della prima proiezione del capolavoro di Vittorio De Sica “Ladri di Biciclette” (24 novembre 1948) promuove il 1° Convegno Nazionale sul Furto di Biciclette, il 21 novembre a Milano.

La FIAB ha deciso di farsi promotrice quest'anno di un’indagine che ha coinvolto prefetture, comuni capoluoghi di provincia e cittadini ciclisti. Il primo dato che emerge è che il fenomeno è in crescita. Inoltre, per quanto disomogenei in quanto riferiti ad aree geografiche diverse per tipologia, stili di vita, gestione della mobilità, i dati riferiti al 2012 parlano chiaro: solo il 40% dei furti viene denunciato.

I dati di casa nostra non ci fanno certo sorridere. Bologna, Ferrara, Modena, Parma e Reggio Emilia sono le città che hanno risposto all’indagine FIAB sui furti di biciclette nella nostra regione. Nelle città emiliane andare in bici è uno stile di vita: l’85% dei ciclisti che hanno partecipato all’indagine (900 questionari compilati) ha subito almeno un furto di bicicletta e quasi la metà di questi ha dichiarato di aver esposto regolare denuncia. 5.126 le denunce per furto di bici registrate nel 2012 dalle cinque Prefetture, con una media di 1 denuncia ogni 200 abitanti. É poco, ma comunque il doppio della media nazionale: la più “ligia” è Reggio Emilia, dove l’89% dei ciclisti derubati ha esposto denuncia, la più pigra è Bologna, con il 27% di denunce sul totale dei furti dichiarati nei questionari.

Modena, dal canto suo, ha fatto registrare un dato di denunce basso, 414, vale a dire una denuncia ogni 430 abitanti. Tra i ciclisti che hanno compilato il questionario FIAB nella nostra città (198), ben 120 hanno dichiarato di essere stati derubati del proprio mezzo, ma solo la metà di loro ha deciso di denunciare il fatto all'autorità, a sostegno di chi ipotizza una sfiducia nelle possibili risposte nei confronti di questo particolare reato.

La soluzione abbozzata dalla FIAB a questo "flagello ciclistico" parte da un sistema di punzonatura pubblico e univoco del parco bici circolante, come per altro avviene in molti altri paesi europei. Questo è possibile con la punzonatura del codice fiscale del proprietario sulla bicicletta, perché si tratta di un database già esistente nel nostro Paese e che offre numerosi vantaggi: identificazione immediata del proprietario e possibilità di restituire il bene mobile; gestione intelligente delle bici sequestrate, ora inevitabilmente ammassate dei magazzini comunali; disincentivazione al furto e al riciclaggio; incentivazione a denunciare il furto della bicicletta; facilità di abbinamento della bici al suo proprietario in qualunque luogo. L’importanza della denuncia è tale, infatti, se esiste un “sistema” pronto a recepirla e a garantire un'azione concreta.

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