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Cronaca

Tiroide, i ricercatori Unimore identificano l'indice per diagnosticare l’iperparatiroidismo

Un semplice indice biochimico permetterà ora di individuare nei pazienti quella che è la terza malattia endocrina più diffusa dopo il diabete mellito e le malattie della tiroide. Lo hanno identificato ricercatori Unimore e professionisti dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia del Policlinico

Ricercatori dell’Unità Operativa Complessa di Endocrinologia dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico di Modena, diretta dalla prof.ssa Manuela Simoni, individuano indice per la diagnosi di patologie del metabolismo calcio-fosforo, in particolare dell’iperparatiroidismo primitivo.

“L’iperparatiroidismo primitivo – spiega il prof. Vincenzo Rochira di Unimore – è la terza malattia endocrina più comune dopo il diabete mellito e le malattie della tiroide, anche se è ampiamente sottodiagnosticata. Circa il 60 percento dei pazienti con iperparatiroidismo primitivo ha o va incontro negli anni a complicanze come l’osteoporosi, i calcoli renali, l’insufficienza renale. E’ importante, quindi, una diagnosi precoce di questa malattia, che spesso decorre in maniera asintomatica fino alla comparsa delle complicanze”. 

Lo studio clinico, i cui risultati sono appena stati pubblicati sul Journal of Bone and Mineral Research - JBMR Plus, autorevole rivista della Società Americana di Metabolismo Minerale Osseo, nasce da un’intuizione del dott. Bruno Madeo, primo autore dell’articolo, che assieme al prof. Vincenzo Rochira, docente Unimore, ha identificato un indice biochimico basato sul dosaggio e sul calcolo del rapporto fra due elettroliti, il calcio ed il fosforo sierici.

I ricercatori modenesi hanno validato l’affidabilità diagnostica del rapporto calcio/fosforo sierici, identificando un valore soglia pari a 3.5, al di sopra del quale è possibile fare diagnosi della malattia, attualmente individuata spesso in fase avanzata, poiché il singolo valore del calcio può risultare normale.

“L’idea è nata – ha spiegato il dott. Bruno Madeo – dall’osservazione del comportamento di questi semplici elettroliti in condizione di iperparatiroidismo primitivo, dove il valore del calcio è alto e quello del fosforo basso. Inizialmente l’idea da perseguire era così semplice che sembrava improbabile che non fosse mai stata approfondita. Quando abbiamo verificato che nella letteratura scientifica mancavano indagini sul rapporto calcio/fosforo, allora abbiamo deciso di completare lo studio e vagliare i risultati”.

Oltre alla semplicità dell’esame, la sua economicità può facilitarne l’applicazione per screening nei pazienti affetti da osteoporosi o da calcoli ai reni, anche in paesi con ridotte risorse economiche.

Immediato l’interesse per questa scoperta da parte della comunità̀ scientifica. “E’ stato piacevolmente sorprendente – hanno commentato i ricercatori – vedere l’entusiasmo dei colleghi quando abbiamo presentato i nostri dati durante i congressi nazionali ed internazionali”.

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