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Cronaca

Itinerari Modenesi. I 4 percorsi per raggiungere le vette dell'Appennino modenese

Tanti sono gli intinerari che il nostro Appennino offre, ma quali sono i percorsi che portano alle cime delle nostre montagne? 

Tanti sono gli intinerari che il nostro Appennino offre, ma quali sono i percorsi che portano alle cime delle nostre montagne? 
IL VERSO LA CIMA DEL MONTE CIMONE. Il monte la cui vetta domina il nostro Appennino e' il Cimone, ma quale scegliere tra i vari sentieri per raggiungerne la vetta? VI consigliamo il lato occidentale, poiche' da quel versante è possibile vedere l'ampio esbosco della zona di Paudle il Piano, un'area riconosciuta a livello nazionale per la sua rilevanza naturale, dalle basse piante alle piste sciistiche, che in estate diventano ampi luoghi per un pic-nic. Raggiunta la dorsale che congiunge Libro Aperto al Cimone vi troverete a 1.817 metri sopra il livello del mare e da lì nessuna cima è più alta, così da poter ammirare un paesaggio unico a 360 gradi. Si prosegue lungo il nudo crinale ventoso superando la vetta del Cimoncino, e dopo aver lanciato uno sguardo alla valle del Fellicarolo sottostante, si raggiunge il monte Cimone. Da lì si può ammirare un ampio panorama sul crinale appennino e lanciare lo sguardo verso la pianura. 

LE CIME DI ROMECCHIO .  E' un percorso tutto in salita, che parte da Rio Fontanacce da cui si risale lungo le faggete, che regalano scorci sul circo nordoccidentale del Monte Giovo e sulla valle. Si oltrepassa una serie di ripiani morenici e si raggiunge l'interessante area dei lagacci della Porticciola, questo è il punto più alto del percorso, a 600 metri di dislivello. Le Cime di Romecchio danno sui laghi della Porticciola, ma in estate li trovate asciutti, mentre in inverno sono tipicamente coperti di neve fino a primavera. Lì è visibile una costa rocciosa che si passa per raggiungere la valle del Rio Valdarno, immerso tra salici e carici. 

LA SALITA VERSO LIBRO APERTO'. Una delle caratteristiche più evidenti tra un paesaggio appenninico ed uno alpino, è la presenza nel primo di paesaggi dolci ed erbosi. Nessun percorso è meglio indicato per comprendere al meglio questo concetto. Si parte dalle cascate del Doccione e si sale lungo i Taburri. Sicuramente il vostro sguardo è catturato dalle costruzioni di pietra, che sono visitabili, e dove ci si può rinfocillare all'area di sosta attrezzat,a perché da lì in poi il percorso è completamente immerso nella natura. Il percorso prevede che si raggiunga la sorgente di Serralta dai qua, quindi si sale sulla fitta faggeta attraversa da numerosi ruscelli, per i quali consigliamo scarpe alte perché sarà divertente guadarli uno dopo l'altro. La massiccia presenza di acqua e di ruscelli ha reso il luogo perfetto per le marmotte. La cima è davanti a voi e una volta lasciata alle spalle la radura forestale vi trovate a 1.936 metri sopra il livello del mare, su una cima che da' direttamente sulle ampi valli e da cui il vostro sguardo difficilmente potrà disinteressarsi. 
VERSO IL MONTE RONDINAIO. Il percorso dal Lago Santo al Monte Rondinaio per Foce Giovo è forse uno dei più frequentati ed un motivo ci sarà, anzi anche più di uno. Si tratta di un itinerario alla scoperta dell'alta valle delle Tagliole, il settore più alpestre del Parco. L'itinerario si svolge lungo un crinale alto, roccioso, continuo, con un campionario di morfologie glaciali molto ampio. Si possono ammirare depositi morenici, conche in cui si annidano splendidi laghetti, rocce montonate e circhi delimitati da ripide scarpate, sino ai rock glaciers. L'escursione inizia presso il parcheggio sottostante il Lago Santo, lungo il sentiero CAI 523 in direzione del Lago Baccio. Superato l'emissario del Lago Baccio il percorso continua in una faggeta che conclude presso pianoro delle Gore, ricco di acque sorgive e acquitrini con un'interessante vegetazione palustre. Comincia poi una ripida salita in ambiente aperto fino a Foce Giovo. Il tracciato percorre quindi il sentiero 00  attraversando pendii detritici cosparsi di massi. Dal punto in cui si incrocia il sentiero 517 lo sguardo si apre sul circo del minuscolo Lago Torbido che ospita una cospicua colonia di marmotte. Si sale ancora più in alto fino alla cima del Monte Rondinaio. In questo punto il percorso è piuttosto esposto e richiede un minimo di attenzione. Dalla vetta lo sguardo si apre su tutta la Garfagnana e sulle Alpi Apuane. L'ultima parte del percorso scende lungo la cresta orientale del Monte fino all'incrocio col sentiero CAI 523, dove si volta a destra discendendo per il vallone glaciale, fra praterie, brughiere a mirtilli, rocce montonate e copiosi ruscelli. 
 
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