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Cronaca Sestola

Itinerari Modenesi | Castello di Sestola, l'inconquistabile rocca medievale

E' uno dei castelli modenesi più caratteristici, per la sua posizione dominante su una roccia, ma anche per la sua struttura che ne impedisce la conquistabilità. Scopriamo i segreti del castello di Sestola in questo viaggio

La fortezza di Sestola è senza dubbio uno dei luoghi medievali più suggestivi della nostra regione. A determinarne questo effetto sono la sua posizione dominante sul territorio, la sua collocazione su uno sperone di roccia alto decine di metri, la possibilità di controllare le valli dei torrenti Leo e Scoltella, il panorama mozzafiato che si può vedere dalle sue mura e dalle sue torri. 

Il castello venne donato nel 753 dal re longobardo Astolfo all'Abbazia di Nonantola in modo che l'abate potesse avere la possibilità di controllare i confini meridionali modenesi così da avvertire in caso di attacco dalla Toscana. Non si sa quando venne realizzato perchè si conosce solo questo passaggio di proprietà, che ebbe un nuovo proprietario nel 1337 quando Obizzo III d'Este ne fece il più importante presidio militare del Frignano, diventando la sede del Governatore estense nella terra del Frignano. 

Il castello è ricco di elementi interessanti da scoprire. Primo fra tuttti la sua cerchia bastionata a pianta stellare, quindi la Palazzina del Comandante affacciata sulla corte, con di fianco l'oratorio romanico di S. Nicolò, quindi la Rocca col Palazzo del Governatore, il Torrione semicilindrico, il Mastio a strapiombo e la Torre dell'Orologio. Il Castello ospita al suo interno i Musei della Civiltà Montanara e degli Strumenti Musicali Meccanici e la “Stanza dei Ricordi” del soprano Burchi.

Sono altrettanto interessanti da visitare i vicini borghi antichi al castello, infatti troviamo l'oratorio di S. Biagio a Roncoscaglia risalente al XII secolo, con portale sul modello della  Porta Regia nel Duomo di Modena, la chiesa di S. Giorgio a Vesale con abside tardoromanica e la parrocchiale dell’Assunta di Castellaro con dipinti di Pellegrino da Fanano, allievo di Reni.

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