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Cronaca Mirandola

Kebab per finanziare la cellula turca di Hezbollah, arresti nel modenese

Arrestati a Mirandola e Spilamberto due curdi ritenuti componenti di un'organizzazione vicina ai terroristi turchi di Hezbollah che sfruttava l'intera filiera del kebab come fonte di finanziamento per l'attività sovversiva

Ha avuto anche risvolti modenesi l'operazione di contrasto all'immigrazione clandestina lanciata stamani dalla Digos di Terni: a Mirandola e a Spilamberto, sono stati tratti in arresto due curdi ritenuti componenti di un'organizzazione sovversiva vicina ai terroristi turchi di Hezbollah (nulla a che vedere con gli omonimi libanesi) che si occupava di fare arrivare in Italia curdi e palestinesi da impiegare nel circuito del kebab, articolazione funzionale alla raccolta di fondi per il finanziamento dell'organizzazione terroristica di credo islamico sunnita.

HEZBOLLAH TURCA - La Digos di Terni il servizio centrale antiterrorismo della Polizia di prevenzione hanno effettuato arresti e perquisizioni in tutta Italia smantellando quella che è stata considerata come una vera e propria associazione a delinquere con base operativa nella città umbra. I sei cittadini turchi ritenuti al vertice sono risultati tutti riconducibili alla "Hezbollah turca", organizzazione nata con l'obiettivo di creare uno stato retto dalla Sharia sul territorio della Repubblica Turca. Secondo gli investigatori l'intera filiera del kebab, dalla lavorazione delle carni fino alla vendita al minuto, si è dimostrata funzionale alla raccolta di denaro, una sorta di salvadanaio periodicamente svuotato dai vertici del gruppo per sostenere la causa curda in Turchia.

FUNZIONAMENTO - A carico dei sei arrestati sono emersi precedenti per terrorismo (ma la polizia ha sottolineato oggi che non progettavano alcuna attività di questo tipo in Italia), armi, droga e immigrazione. Gestivano in diverse regioni la vendita di kebab e avevano regolarizzato la loro posizione, ottenendo fraudolentemente il riconoscimento di rifugiati politici. Proprio attraverso la prospettiva della regolarizzazione, mediante l'abuso dell'asilo politico, l'organizzazione favoriva l'ingresso dei curdi ricorrendo a trafficanti di esseri umani (navi e tir), passaporti di servizio, visti di breve durata, sostituzione di persona e matrimoni simulati. I turchi giunti in Italia, alcuni poi destinati ad altri Paesi, ottenevano dall'organizzazione vitto, alloggio e occupazione. Lo stesso gruppo li avviava poi alla procedura per il riconoscimento dell'asilo, predisponendo le dichiarazioni tipo da rendere, accompagnate da documentazione contraffatta (tessere di partiti politici, mandati di cattura, certificati medici attestanti esiti inesistenti di ferite da tortura).

ARRESTI - Il più delle volte è stato accertato che i cittadini turchi dichiaravano falsamente l'appartenenza a partiti politici organici al Pkk, per ottenere più facilmente il riconoscimento dell'asilo politico che ha consentito ai curdi anche di sottrarsi al rischio estradizione in Paesi dove avevano condanne per reati anche eversivi. L'operazione ha interessato oltre alla digos di Terni, diretta da Moreno Fernandez, quelle di Roma, L'Aquila, Modena, Milano, Trieste, Como, Venezia, Latina e Viterbo. Finita in carcere anche una romana di 46 anni ritenuta responsabile di avere consentito fraudolentemente e per fini di lucro il rilascio agli stranieri di abilitazioni per la conduzione di esercizi pubblici. Due ucraine sono invece finite ai domiciliari a Terni e Milano per concorso nel favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. A carico di tutti sono state eseguite ordinanze di custodia disposte dal gip di Terni su richiesta del pm Elisabetta Massini. Sono state invece indagate a piede libero altre 30 persone per reati che vanno dall'associazione per delinquere, al favoreggiamento dell'immigrazione, al falso documentale. Tra questi diversi artigiani, un avvocato di Terni e un medico di Roma.

PRECEDENTI MODENESI - Il consigliere regionale Pdl Andrea Leoni ha ricordato la pericolosità dettata dalla presenza di attività apparentemente legali finalizzate al finanziamento di organizzazioni terroristiche: "Una situazione - ha evidenziato il consigliere - già oggetto nel 2007 di un’interrogazione parlamentare dell'Onorevole Isabella Bertolini sulla presenza in provincia di Modena del gruppo Kongra-gel, un movimento ritenuto vicino al Pkk e che portò Modena ad essere inserita tra i sessanta obbiettivi sensibili individuati dal Ministero degli interni per contrastare il terrorismo internazionale. Rischio diventato poi evidente quando nel 2008 un commerciante di carne per kebab in un comune del distretto ceramico fu individuato dalla stampa turca come un finanziatore del Pkk. Senza generalizzare, bisogna però prendere atto che il problema legato alla proliferazione dei kebab e soprattutto alle attività illegali che la cronaca conferma celarsi dietro le loro insegne, è stato sottovalutato".

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