rotate-mobile
Cronaca

Contraffazione, guerra al kit che permette di falsificare in casa il Parmigiano

Prodotti da un'azienda britannica e commercializzati online in Usa e Australia, sono i kit che permettono, in barba ad ogni machio di qualità, di replicare a domicilio i formaggi nostrani. Vendita bloccata, per ora, in Oceania

Si è mossa addirittura l'Interpol per frenare la vendita online di un prodotto che rappresenta una seria minaccia per il nostro settore agroalimentare. Si tratta dei cheese-kit, veri e propri piccoli laboratori che promettono di riuscire a falsificare i formaggi italiani più prestigiosi a partire dal Parmigiano Reggiano per arrivare al Pecorino Romano, oltre a mozzarella, ricotta, burrata, mascarpone. Nei giorni scorsi è stata condotta un'operazione dei Nuclei Antifrodi Carabinieri del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, appoggiate appunto dall'Interpol, per impedire la vendita dei kit in Nuova Zelanda e Australia.

“Particolarmente grave – sottolinea Coldiretti - è il fatto che ad essere coinvolta sia una azienda della Gran Bretagna che fa parte dell’Unione Europea e che dovrebbe quindi intervenire direttamente per fermare questo scandaloso scempio. Invece l’offerta trova ampio spazio nel mercato di internet dove viene dedicata una particolare attenzione all’arte di fare formaggi in casa”. I kit per la produzione di Parmigiano o Romano messi in vendita dalla ditta inglese costano ben 102,38 sterline pari a 120 euro mentre quello per la Mozzarella Cheese costa 25 sterline, pari a 30 euro circa. Nella confezioni in vendita per i due prestigiosi formaggi a pasta dura è contenuta però anche una piccola pressa da formaggi. Si possono lavorare, con gli ingredienti a disposizione, circa 8 litri di latte per volta e, complessivamente, 40 litri di latte.

Secondo il nuovo rapporto 2013 “Agromafie” sui crimini agroalimentari elaborato da Eurispes e Coldiretti, la contraffazione e la falsificazione dei prodotti alimentari Made in Italy costa all’Italia 300mila posti di lavoro che si potrebbero creare nel Paese con una seria azione di contrasto a livello nazionale e internazionale particolarmente importante in un momento di crisi.

Con il fatturato del falso Made in Italy, che solo nell’agroalimentare ha superato i 60 miliardi di euro, la lotta alla contraffazione e alla pirateria rappresentano per le Istituzioni un’area di intervento prioritaria per recuperare risorse economiche utili e generare occupazione. Il fatturato delle esportazioni agroalimentari nazionali, che ha raggiunto la cifra record di 34 miliardi nel 2013, potrebbe addirittura triplicare. “Alla perdita di opportunità economiche e occupazionali si somma - conclude la Coldiretti - il danno provocato all’immagine dei prodotti nostrani soprattutto nei mercati emergenti dove spesso il falso è più diffuso del vero e condiziona quindi negativamente le aspettative dei consumatori. Il cosiddetto “Italian sounding” colpisce i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Contraffazione, guerra al kit che permette di falsificare in casa il Parmigiano

ModenaToday è in caricamento