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Cronaca Baggiovara

Baggiovara, la ricerca entra in ospedale grazie al Nuovo Laboratorio Universitario

Inaugurato il Laboratorio del Dipartimento Integrato di Medicina, Endocrinologia, Metabolismo e Geriatria. Specialisti di alto profilo e tecnologie all'avanguardia, al servizio della ricerca applicata. Determinante il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena

La ricerca al servizio diretto della medicina in ospedale. È questa una delle peculiarità che contraddistingue il nuovo Laboratorio del Dipartimento Integrato di Medicina, Endocrinologia, Metabolismo e Geriatria inaugurato questa mattina, 7 marzo. Si tratta di uno dei pochi casi in tutta la regione Emilia-Romagna, di un laboratorio di ricerca, scientifica e tecnica, inserito in un ospedale di un’Azienda Usl e non – come avviene nella maggior parte dei casi – all’interno di un’Azienda Ospedaliero-Universitaria. La nuova sede ospita tre laboratori dedicati alla manipolazione degli acidi nucleici; a loro si affiancano il laboratorio centrale, il locale per le colture cellulari, la sala microscopia, la Centrale di Sterilizzazione, il laboratorio chimico, due uffici per il personale e il locale refrigerato a temperatura controllata. 
 
Il risultato è stato reso possibile grazie all’accordo tra Unimore e Azienda Usl di Modena e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena (600mila euro), che ha permesso di trasferire l’attività del Laboratorio in una sede completamente rinnovata presso il Nuovo Ospedale Civile Sant’Agostino-Estense di Modena. Come indicato nella convenzione di recente sottoscritta tra Ausl e Unimore, il laboratorio, con il suo nuovo assetto, permette di perseguire con ancora più efficacia una pluralità di obiettivi virtuosi. In particolare, per l’Università si rafforza la qualità degli strumenti a disposizione nell’ambito della ricerca scientifica, per il mantenimento dei livelli qualitativi della ricerca raggiunti e, soprattutto, per svolgere i compiti di ricerca applicata.

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“La realizzazione di questo laboratorio – spiega la professoressa Manuela Simoni, Responsabile del Laboratorio – consente non solo l’unità logistica di tutte le attività endocrino-metaboliche dipartimentali ma anche uno ‘scambio’ continuo e fecondo tra medici e biologi, che è alla base dell’innovazione in area medica. Ringrazio tutti coloro che, nel corso degli anni, hanno compreso e perseguito con tenacia e convinzione questa visione lungimirante. Ora abbiamo portato a termine un progetto di integrazione vera tra attività clinica e ricerca di laboratorio che, partendo da istanze cliniche reali, originate al letto del malato, cerca le soluzioni nell’endocrinologia molecolare e cellulare e le mette a disposizione dell’innovazione diagnostica e terapeutica. E’ un’enorme opportunità per i giovani medici e ricercatori e un indubbio polo d’attrazione di ulteriori risorse”.

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