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Cronaca Sacca / Via Canaletto Sud

Inaugurato il museo-laboratorio delle percussioni e... della discordia

Stamattina il taglio del nastro all'R-Nord dello spazio musicale che accoglierà laboratori e visite guidate per scolaresche di tutte le età. Il progetto, criticato dalle opposizioni, costerà 10mila euro all'anno per 4 anni

E' un progetto dedicato soprattutto alle scolaresche ma che saprà ritagliarsi anche uno spazio per il pubblico date le altissime richieste pervenute. E' questa la destinazione del nuovo spazio allestito all'interno del condominio R-Nord di via Canaletto: un museo-laboratorio contenente 300 strumenti a percussione antichi e moderni provenienti da ogni angolo del globo, strumenti provenienti dalla collezione di oltre 3mila pezzi del percussionista modenese nonché etnomusicologo Luciano Bosi. I locali sono stati divisi in due spazi: la prima sezione è destinata appositamente alle scolaresche per attività didattiche con tamburi, xilofoni e altri strumenti, mentre la seconda è prettamente espositiva con percussioni di ogni tipo provenienti da tutto il mondo.

CRITICHE - A Lega Nord e Pdl questo progetto è andato decisamente di traverso, come un colpo di charleston dato fuori tempo: sul banco degli imputati l'assessore all'Istruzione Adriana Querzé per la spesa di 42mila euro diluiti in 4 anni. "Si tratta di 10mila e 500 euro per quattro anni - ha spiegato - Serviranno per tenere aperta la struttura per le scolaresche, già una 90ina quelle che si sono prenotate (30 invece le aperture annuali per il pubblico) che visiteranno questi spazi di proprietà del Comune di Modena. Questo spazio è stato finanziato dal Ministero delle Infrastrutture e ospiterà iniziative previste dai programmi del Ministero dell'Istruzione".

L'ETNOMUSICOLOGO - L'artista delle percussioni Luciano Bosi, interrogato su quale sia il suo strumento preferito, non si è sbilanciato: "Non ne ho uno in particolare, ce ne ho molti e li suono tutti perché altrimenti non sarebbero vivi - ha risposto - Alcuni, però, li apprezzo di più perché forse con questi riesco ad avere un rapporto migliore". La sua collezione di 3mila pezzi è stata "inaugurata" nel lontano 1979: "Allora mi venne l'idea di raccontare il mondo attraverso gli strumenti a percussione: questi oggetti, tutti molto diversi, sono presenti in tutte le culture fin da tempi remoti". Bosi è un selezionatore molto severo: "Raccolgo solo strumenti nuovi e funzionanti: se sono nuovi, vuol dire che la cultura è ancora presente e riesce generarli, se sono antichi non mi interessano perché sarebbero troppo costosi". Dopo il taglio del nastro con le autorità cittadine, Luciano Bosi ha tenuto una dimostrazione per il pubblico presente: "Ringrazio gli altri (allusione a Lega e Pdl?) che hanno criticato questo laboratorio - ha detto - Grazie a loro ho riscoperto percussioni tipiche del Prignano e della Sardegna".

R-Nord: il museo-laboratorio di percussioni

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