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Mafia al Nord, il Procuratore Musti: "Mancano gli anticorpi"

Lucia Musti: "Non tutti hanno il bagaglio culturale per conoscere, segnalare. L'emiliano non solo non ha gli anticorpi, ma in certi casi per un emiliano diventa un vanto girare a braccetto coi mafiosi. Anni fa non era così qui. Un emiliano a braccio coi malavitosi cutresi è ancora peggio di un siciliano a braccio coi mafiosi"

"Noi otteniamo risultati grazie alle denunce dei cittadini? Non tutti sono come voi e hanno il bagaglio culturale per conoscere, segnalare. L'emiliano non solo non ha gli anticorpi, ma in certi casi per un emiliano diventa un vanto girare a braccetto coi mafiosi. Anni fa non era così qui. Un emiliano a braccio coi malavitosi cutresi è ancora peggio di un siciliano a braccio coi mafiosi". È severo il giudizio del procuratore di Modena, Lucia Musti, sulla reazione dei cittadini emiliani, o meglio di diversi di loro, alla progressiva penetrazione delle mafie al nord.

Il procuratore capo (facente funzione dopo l'addio di Vito Zincani a inizio dicembre) si rivolge al pubblico riunito oggi nella biblioteca di San Felice sul Panaro, nel cuore del sisma 2012, dalle categorie edili di Cgil, Cisl e Uil Emilia-Romagna. L'occasione e' un convegno ribattezzato "L'edilizia non è cosa vostra". Nel corso della mattinata non sono mancati riferimenti ai sindaci mostratisi quanto meno ingenui nei confronti dei boss in questi anni, a partire dal caso di Brescello. Se dunque gli inquirenti della Dna hanno definito di recente l'Emilia "terra di mafia", anche Musti sembra nutrire le sue preoccupazioni. Il procuratore, dal 2002 al 2009 alla Dda di Bologna, assicura in sostanza che le vicende dell'inchiesta Aemilia "sono vecchie", nel senso di note e stranote, ma ora "l'ordinanza del gip ci consente di dire che tutto quello che sostenevamo non era un esercizio mentale".

L'ultima battuta è sul fax a firma "Laghi Costruzioni", inviato agli uffici di alcune imprese emiliane. Già all'attenzione della procura di Rimini dopo una denuncia dei sindacati, gli stessi lo proiettano oggi a San Felice: "Un foglietto indecente, io avrei aperto subito un fascicolo per riduzione in schiavitù", dice Musti al pubblico.

Battagliera anche Enza Rando, responsabile legale di Libera, che rilancia a tutti l'invito per la giornata contro le vittime delle mafie il 21 marzo a Bologna: "Diremo al Paese che questa è terra di mafia ma anche di antimafia". Rando, avvocato già vicesindaco di Niscemi, siciliana che vive a Modena da un decennio, osserva che a proposito di infiltrazioni "un sindaco non può essere ingenuo, ma deve saperne più di noi; e quello di Brescello si sarebbe dovuto dimettere e andare a fare altro". A Cgil, Cisl e Uil che oggi chiedono con forza di stoppare gli appalti al massimo ribasso e ridurre le stazioni appaltanti, Rando risponde: "Bene le vostre proposte, ma bisogna arrivare prima, sempre prima delle mafie...".

Il problema vero degli inquirenti, comunque, è quello legislativo legato alla corruzione, sempre intrecciata alle infiltrazioni e al radicamento dei clan: "Le mafie se non corrompono non lavorano, la corruzione è un ponte d'oro per loro. Le legge Severino e' solo una prima parziale risposta, e il reato di autoriciclaggio è recente. Bisogna ripristinare il falso in bilancio", scandisce il procuratore riscuotendo applausi in sala. (DIRE)

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