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Cronaca Caduti in Guerra / Corso Canalgrande, 77

Querelato per diffamazione da Equitalia, davanti al Tribunale sfila la protesta

Una cinquantina di manifestanti ha accompagnato Mauro Merlino, il disoccupato 45enne querelato per diffamazione da Attilio Befera. Molto folklore fuori dal Tribunale, mentre l'udienza è stata rinviata al 22 dicembre per una mancata notifica

Mattinata decisamente animata davanti al Tribunale di Modena, dove da alcuni mesi era stata annunciata una manifestazione a sostegno di Mauro Merlino, il disoccupato fioranese querelato per diffamazione dal presidente di Equitalia, Attilio Befera, dopo aver diffuso sui social network la propria protesta tacciando l'agenzia di “istigazione al suicidio”. Un caso ripreso anche dai media nazionali e contornato da una “sollevazione” del web, in buona sostanza per la singolarità della denuncia verso un “comune cittadino” arrivata dalla tanto discussa agenzia di riscossione dello Stato.

Così, già alle ore 10 di questa mattina, alcune decine di manifestanti provenienti da diverse zone d'Italia – da Milano a Savona, fino alla Calabria – hanno dato vita ad un piccolo corteo e ad un presidio vivace e a tratti carnevalesco, per esprimere a vario titolo la vicinanza a Merlino e il loro sdegno verso le istituzioni. Una protesta, come detto, organizzata via web sulla pagina Facebook “La voce degli inascolati”, e svoltasi sotto l'attento occhio delle forze dell'ordine e non senza un certo folklore.

Apice dell'evento è stata la sfilata di una cassa da morto davanti all'ingresso del palazzo di giustizia di corso Canalgrande, che ha ben sottolineato i proclami dei manifestanti, tra pesanti accuse alle istituzioni e una lunga retorica sul “risveglio” e sulla “mobilitazione” del popolo italiano. Tra i manifestanti anche alcuni imprenditori e altre persone pronte a denunciare le  proprie difficili situazioni economiche e occupazionali e i loro iter giudiziari con Equitalia.

Manifestazione a sostegno di Mauro Merlino - Modena 28/09/2015

Un tema assolutamente delicato sia sotto il profilo umano che sotto quello politico, che tuttavia ha lasciato il passo ad uno stile urlato e deciamente pittoresco, che ha finito per catalizzare su di sé l'attenzione. Da un uomo in completo scuro che agitava un crocefisso richiamando la moralizzazione della politica, ad una coppia rimasta letteralmente in mutande per strada, fino a due “muse” in abito tricolore che accompagnavano un uomo rinchiuso nella bara di cui sopra e poi uscitone a petto nudo.

Scene colorite che gli uomini della Digos hanno monitorato a distanza, dopo che soltanto una piccola parte degli accompagnatori di Mauro Merlino sono potuti entrare nell'edificio del Tribunale. Un che di farsesco ha contraddistinto però anche l'udienza in aula, che è stata rinviata al prossimo 22 dicembre per una notifica arrivata fuori tempo massimo ai legali di Equitalia. E questo non poteva che alimentare ulteriormente la protesta.

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