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Cronaca San Cesario sul Panaro

Si spegne la donna più anziana di San Cesario: aveva 105 anni

Deceduta lo scorso 10 febbraio presso la clinica Santa Viola di Bologna, Maria Saguatti era la persona più anziana di nascita sancesarese. L'incredibile storia di una donna di ferro

Oggi, mercoledì 12 febbraio, si sono tenute le esequie in Basilica di Maria Saguatti, parrucchiera, di 105 anni, la persona più anziana di nascita sancesarese, deceduta il 10 febbraio scorso presso la clinica Santa Viola di Bologna. Il nonno Gaetano che proveniva da San Giovanni Persiceto, era il custode del convento delle Figlie del Sacro Cuore di Gesù, il padre Giuseppe faceva il calzolaio, la mamma Rosa lavorava a chiamata come bracciante in campagna. Aveva quattro sorelle e un fratello: Pia, Ilde, Bruna, Bianca e Fiorino.

Era una famiglia poverissima, come tante altre del paese, che cresceva con la carità del nonno e delle suore. Maria era la più grande e per contribuire al mantenimento della famiglia, che tanti figli non riusciva più a sfamare, fu mandata a servizio a Bologna. Per un anno dormì nella cantina di quella casa, su un vecchio materasso posizionato tra la legna e le damigiane, ma la sua passione era il pettine, i riccioli e le acconciature che faceva alla padrona di casa, la quale finì col segnalarla al suo parrucchiere. Erano i tempi in cui un’azienda di cosmetici francese cercava personale, la mandò a Parigi un paio di mesi, poi la fece girare nelle grandi città italiane a promuovere i prodotti. Fece la parrucchiera a Milano, a Firenze, a Venezia, a Trento, a Bolzano, a Padova e nelle principali località turistiche alpine, avviando anche altre ragazze come lei al lavoro. Tra un ricciolo e una messa in piega diventò confidente delle mogli di uomini importanti. L’Italia era in guerra, qualche segreto sfuggiva nelle chiacchiere di bottega, e lei seppe sempre come utilizzarle per salvare la vita a chi le era stato segnalato in pericolo, ma anche fornendo preziose indicazioni ai parroci prima che partissero le rappresaglie. Cercò di fare del bene da una parte o dall’altra, senza distinzione, essendo donna molto religiosa. Si innamorò di un tenente che morì sotto il bombardamento nemico poco prima della fine della guerra e da allora non si impegnò mai più con altri uomini. Continuò da lontano ad aiutare la sua famiglia, che riuscì finalmente a portare a Bologna in un piccolo appartamento dove il padre fece il ciabattino, poi il fuochista, poi il guardiano alla Ducati. Pure le sorelle finirono a servizio presso famiglie agiate, finì la guerra e lei ritornò a Bologna, dove aprì un negozio da parrucchiera nei pressi del Tribunale. Fratello e sorelle si sposarono e lei rimase sola ad accudire amorevolmente i genitori finchè rimasero in vita.

Dotata di una salute di ferro, ha vissuta sola per anni senza mai volere aiuti, nonostante un braccio e il femore rotto in una caduta, per i quali le era stata diagnosticata una carrozzina a vita. Le badanti arrivavano e sparivano dopo un mese, voleva farcela da sola. A 99 anni andava in autobus in centro a pagare le bollette della luce e del gas, poi con due costole rotte e un infarto rimase a terra per tre giorni senza che i vicini di casa se ne rendessero conto. Trasportata in fin di vita al pronto soccorso, e ritenuta paralizzata in tutti gli arti, al momento dell’Estrema Unzione alzò la mano per farsi il segno della croce facendo impallidire lo stesso sacerdote e dopo un’ora, attaccata al flebo, voleva ancora qualcosa dopo la minestrina. Data per spacciata più di una volta, si è sempre risvegliata dal coma più forte di prima. Interessata alla politica, sempre discreta, religiosa fervente, era invece ossessionata dallo sfratto, perché a più riprese ha dovuto cambiare abitazione. Quando si risvegliò dal primo stato comatoso confidò a chi le stava vicino di non avere alcuna intenzione di lasciare questo mondo fino a 104 anni e a malincuore accettò la badante, che l’ha accudita con affetto fino alla fine e dalla quale pretendeva l’immancabile mezzo bicchiere di vino di San Cesario prima di ogni pranzo. Aveva superato anche questi ultimi 20 giorni di terapia intensiva all’Ospedale Maggiore di Bologna ed era appena arrivata in clinica per un periodo di lunga degenza. Il trasporto forse le è stato fatale e i suoi riccioli e le sue famose permanenti da ora in avanti saranno apprezzate tra gli angeli in Cielo.

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