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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Maxi evasione nell'immobiliare, sequestrati oltre 16 milioni tra Modena e la Svizzera

Le Fiamme Gialle hanno scoperto un'intricata rete composta da molte società, che hanno realizzato un imponente gioro d'affari nelle compravendite immobiliari, evadendo il fisco. Si stima un'venasione di oltre 130 milioni. Sequestri anche a San Marino

Oltre 16,5 milioni di euro in beni mobili e immobili e in denaro. A tanto ammonta il patrimonio che la Guardia di finanza di Modena ha sequestrato oggi, dando esecuzione a un provvedimento di sequestro preventivo disposto dal Gip Eleonora Pirillo, a "un sodalizio criminale radicato nel territorio modenese ed operante, attraverso molteplici società, nel settore immobiliare e dell'edilizia", ed eseguendo un altro sequestro probatorio in una banca svizzera. A quanto si apprende, non ci sarebbero relazioni tra questa operazione e le indagini sull'uso di cemento depotenziato nella ricostruzione post-sisma, nè il gruppo criminale in questione sarebbe di tipo mafioso. 

Le indagini, fanno sapere le Fiamme gialle, "hanno permesso di accertare come i responsabili, attraverso un fitto reticolo societario gestito grazie anche a numerosi prestanome tratti dai propri nuclei familiari", per oltre un decennio "abbiano perpetrato attività illecite che, partendo dall'evasione e dalla frode fiscale, sono state finalizzate al riciclaggio". In pratica il gruppo criminale aveva messo in piedi, "attraverso numerose società, molte delle quali evasori totali o paratotali, un vorticoso giro di fatture per operazioni inesistenti", grazie a cui abbatteva il carico fiscale derivante dalle operazioni immobiliari. 

Le somme ottenute in maniera truffaldina venivano poi "trasferite tra le diverse società del gruppo, come 'originale' forma di 'autofinanziamento'", e successivamente riciclate, sempre usando falsi documenti contabili, "dai conti societari verso quelli accesi sul territorio nazionale ed estero, prima a San Marino e poi in Svizzera". Come se non bastasse, i profitti illeciti venivano anche "reimpiegati per acquistare numerose unità immobiliari, spesso di pregio".

 Il colpo alla 'banda' è stato inferto non solo grazie alle indagini tecniche, ma anche con "perquisizioni locali e acquisizioni documentali, i cui esiti sono stati poi riconciliati con le risultanze di accertamenti finanziari su oltre 90 rapporti bancari riconducibili ai componenti del sodalizio criminale". Le rogatorie alle Autorità giudiziarie sanmarinesi e svizzere hanno poi permesso di "individuare disponibilità estere del sodalizio, alimentate con denaro contante in banconote prevalentemente da 500 euro, per oltre 10 milioni di euro, sequestrati dall'Autorità giudiziaria del Canton Ticino". 

Allo stesso tempo sono state eseguite "verifiche fiscali nei confronti di cinque persone fisiche e 26 imprese, di cui cinque risultate evasori totali, e nove paratotali", al termine delle quali è stato segnalato agli uffici finanziari "un maggior imponibile occultato all'Erario per circa 60 milioni ai fini delle imposte dirette, e di violazioni all'Iva per oltre 50 milioni", e alla magistratura "un'imposta evasa, ai fini penal-tributari, di circa 23 milioni".

(DIRE)

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