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Cronaca Carpi

Maxi riciclaggio attraverso i voucher, sgominata un'organizzazione

Sono 55 le persone coinvolte in un sistema di frodi informatiche e riciclaggio di buoni lavoro, che in due anni ha fruttato almeno 280mila euro. Brillante operazione dei Carabinieri di Carpi che hanno elaborato un'enorme mole di dati per incastrare l'organizzazione

L'Arma di Carpi ha messo a segno nei giorni scorsi un'altro importante successo sul fronte delle frodi informatiche, dimostrando particolare abilità nel rintracciare i criminali che si muovono nella Rete. L'indagine ha però avuto risvolti molto più significativi e preoccupanti della semplice truffa informatica, arrivando a coinvolgere un nodo scoperto di grande attualità: i voucher. Proprio i buoni lavoro sono infatti stati individuati come ideale "merce di scambio" per un'organizzazione composta da 55 persone, tutte identificate dai Carabinieri.

Tutto è nato da una semplice denuncia di un cittadino carpigiano, avvenuta due anni fa. L'uomo era infatti stato vittima di un classico caso di phishing: abboccando ad una mail-truffa, l'utente aveva incautamente fornito i propri dati ad un sito "civetta", permettendo così ai malintenzionati di carpire i codici di accesso del proprio conto corrente postale online. In due tranche erano stati prelevati 970 euro, attraverso l'acquisto telematico di voucher.

I Carabinieri erano riusciti a risalire agli autori della frode informatica, un laziale di 31 anni e una campana di 44, ma la strana natura dell'acquisto fatto dai due ha suggerito di approfondire l'indagine. Una scelta saggia, dal momento che fin dai primi accertamenti si è spalancato davanti ai militari un vastissimo traffico illecito.

Incrociando i dati informatici sono emerse altre duecento frodi informatiche su tutto il territorio nazionale – di cui 25 ai danni di cittadini modenesi – che erano state tramutate nell'acquisto di ben 28mila voucher, per un valore complessivo di circa 280mila euro. Di fatto, i voucher venivano ceduti a cittadini compiacenti, contattati dalla coppia, i quali intascavano il denaro per prestazioni lavorative mai effettuate: un terzo restava nelle loro tasche, mentre i due terzi erano trattenuti dai due complici organizzatori del "sistema". Le mansioni fittizie indicate nei buoni lavoro erano le più varie, così come le ignare aziende che figuravano. 

Tutte le operazioni sono state tracciate dai Carabinieri grazie ai dati forniti dall'INPS, a sua volta vittima del raggiro per i contributi erogati ai finti lavoratori. Sono serviti quasi 18 mesi di indagine per esaminare l'imponente mole di materiale e ricostruire ogni transazione e non si esclude che altre frodi possano essere state messe a segno. Sia i due truffatori che i 53 cittadini – campani e laziali – coinvolti sono stati denunciati alla Procura di Bologna per il reato di associazione a delinquere finalizzata alla frode informatica e al riciclaggio. 

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