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Meteo, Lombroso: "A Modena mai così caldo da 200 anni"

Il meteorologo dell'Università di Modena e Reggio Emilia: "Ieri lunedì 22 agosto è stato il giorno più caldo mai registrato da almeno 200 anni, nonché il più tardivo giorno più caldo dell'anno". Caldo africano fino a venerdì

A Modena non c'è mai stato così caldo e sono i numeri a dimostrarlo. Lo conferma Luca Lombroso, meteorologo dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Dopo la rovente giornata di ieri, lunedì 22, oggi martedì 23 agosto il termometro ha mostrato una lieve flessione: la temperatura minima al Campus di Ingegneria, dove ha sede la stazione di rilevamento dell’Osservatorio Geofisico del Dipartimento di Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, è scesa a 19.2°C, tornando quindi - sia pure di poco - sotto la soglia di “notte tropicale”. In città, come di consueto, la notte è stata assai più calda: alla stazione posta sul torrione orientale del Palazzo Ducale di Modena, infatti la temperatura notturna non è scesa sotto i 26°C.

Oggi comunque i termometri sono risaliti a valori nuovamente roventi, anche se leggermente meno di ieri, attestandosi a 37.9°C al Campus di Ingegneria, mentre nella stazione di Piazza Roma la massima ha superato di poco i 36.0°C. “Le due stazioni, il “campus” di via Vignolese e quella storica di Piazza Roma - spiega il metereologo Luca Lombroso - forniscono dati leggermente diversi a causa delle differenze microclimatiche della città, ma sono entrambe importanti: il Campus come rappresentatività con altre stazioni più “moderne” e l’altra valida soprattutto per i confronti storici”.

Ed è proprio recuperando, dalle apposite ma provvidenziali “memorie di back up”, i dati (momentaneamente non disponibili in real time per problemi tecnici) della stazione di Piazza Roma a Modena che inizia a delinearsi meglio quella che è la “retrospettiva storica” della presente ondata di caldo. Ieri, in concomitanza con i 38.4°C gradi al Campus di Ingegneria, l’Osservatorio storico ha segnato un notevole valore di 36.8°C. “Sono due le curiosità storiche che si possono ricavare – fa notare Luca Lombroso – ovvero che quello di ieri lunedì 22 agosto è stato il giorno più caldo mai registrato, da almeno 200 anni, nella terza decade di agosto, nonché il più tardivo giorno più caldo dell’anno”.

Altro aspetto che incuriosisce meno, ma che non è certamente meno importante dal punto di vista climatico, idrologico e agronomico, è l’assenza di pioggia in città e in molte località di pianura dallo scorso 24 luglio. “Agosto insomma – continua Luca Lombroso - ha visto inattivo il pluviometro di Palazzo Ducale e, viste le previsioni, non è impossibile azzardare che il mese si chiuda, unico nella storia meteoclimatica modenese, completamente a secco. Sembra quasi che anche gli strumenti, che provvidenzialmente svolgono un faticoso compito in passato affidato manualmente all’osservatore- custode che viveva nella Torre, si siano presi anch’essi una pausa per ferie. L’inattività nel loro caso non è dovuta però alle ferie bensì alla siccità!”. Altro ancora? “Aspettiamo ovviamente la fine del mese, e dell’estate meteorologica - afferma Lombroso - per trarre le somme con i numeri oggettivi e quindi omologare i record. Quel che succederà comunque già ce lo possiamo aspettare con le previsioni”.

Previsioni. L’anticiclone africano insisterà fino a venerdì 26 agosto con temperature più o meno invariate sui roventi numeri di questi giorni. Il lieve calo appare, però, più dovuto alla componente astronomica dell’accorciamento delle giornate che a cambiamenti di circolazione. Sabato 27 agosto
è atteso finalmente un calo di 5-8°C, il che significa che le massime del fine settimana saranno pur sempre sui 30°-32°C. “Non guardo oltre, per ora, - conclude Luca Lombroso - perché prima di questo calo va tenuta d’occhio la possibilità di una fiammata finale determinata dai venti da SW. I record però sono ardui da prevedere: meglio osservarli, come da 180 fa l’Osservatorio modenese”.

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