Troppa burocrazia, protesta del Coordinamento Migranti in Questura
Un gruppo di circa 30 persone ha manifestato lungo via Divisione Acqui, per chiedere snellimento dei tempi e meno burocrazia per ottenere il permesso di soggiorno e contro la Bossi-Fini. Con loro anche gli anarchici
Erano circa una trentina gli stranieri che questa mattina si sono dati appuntamento davanti alla Questura di Modena. Erano i membri del Coordinamento Migranti, provenienti principalmente da fuori Modena, che hanno esteso la loro protesta anche agli uffici dell'Immigrazione di via Palatucci, srotolando uno striscione e esponendo cartelli inneggianti ai diritti e all'abolizione della legge Bossi-Fini, che regola ancora oggi le norme sull'afflusso nel nostro paese.
La protesta dei Migranti – ai quali si sono uniti anche alcuni anarchici, protagonisti degli scontri della scorsa notte a Formigine – ha messo nel mirino le procedure burocratiche complesse e i lunghi tempi d'attesa necessari per ottenere il permesso di soggiorno o il rinnovo dello stesso. Una delegazione dei manifestanti è anche stata ricevuta dai vertici della Questura per un rapido confronto.
“Noi migranti di Modena e provincia abbiamo deciso di scendere in piazza insieme al Coordinamento Migranti per prendere parola contro le male pratiche della Questura di Modena – si legge sul volantino distribuito dai manifestanti - Sappiamo che saremo liberi di muoverci e costruire il futuro nostro e dei nostri figli soltanto quando avremo abolito la legge Bossi-Fini, quando non saremo più costretti a rinnovare il permesso. Sappiamo però anche che – a Modena come a Bologna – la Questura gestisce le pratiche di rinnovo del permesso, la concessione della carta di soggiorno e i ricongiungimenti familiari rendendo sempre più difficile la nostra permanenza in questo paese”.
Sul fronte delle rivendicazioni più concerete vi sono quelle di giorni prefissati e prenotabili per il disbrigo delle pratiche, ma anche un comportamento più corretto da parte del personale della Questura. “Non accettiamo che, con un contratto di lavoro a tempo indeterminato, la Questura rilasci permessi della durata di un anno, mentre la legge prevede fino a 2 anni -proseguono il Coordinamento Migranti - Non accettiamo che, con un contratto di lavoro di 2/3 mesi, la Questura rilasci un permesso per attesa occupazione invece di un regolare permesso di lavoro. Non accettiamo che i permessi rimangano bloccati perché la Questura controlla i contributi INPS, anche se non esiste alcuna legge che lega il rinnovo ai contributi effettivamente versati dai datori di lavoro”.