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Cronaca

Misteri Modenesi | I 5 luoghi più segreti della Modena sotterranea, tra mummie, necropoli ed erotismo

Sotto la Modena di tutti i giorni ci sono necropoli, mummie e leggende. Con gli scafi e le ristrutturazioni degli ultimi anni, questi luoghi sono venuti alla luce, insieme ai loro segreti. Ecco i 5 luoghi più segreti della Modena sotterranea

Siamo abituati a vedere Modena per i suoi parchi, piazze e viali, ma la città geminiana nasconde molto di più, specialmente nel sottosuolo. La città di Modena e molte delle zone del modenese sono disseminate di necropoli, molte delle quali di origine etrusca e romana, o forse ancora più antiche. Questi luoghi nascosti sono per lo più dimenticati per poi riaffiorare durante lavori di ristrutturazione. Oggi la morte è vista come un'entità da evitare, ma durante il medioevo erano mete per i pellegrini. Ecco i 5 luoghi più segreti del sottosuolo modenese:

#1 LA NECROPOLI SOTTO L'EX OSPEDALE SANT'AGOSTINO. E' stata scoperta dai responsabili di un cantiere che era stato aperto poco tempo prima e la quantità di oggetti rilevanti storicamente erano tali da impedire di continuare i lavori. Sotto l’ex-ospedale Sant'Agostino è stata così scoperta una necropoli, un cimitero d'età romana, con almeno una quarantina di tombe degli antichi abitanti di Mutina. Gli antichi modenesi erano soliti destinare la tumulazione dei morti ad un'area fuori dal "centro" della città del V-VI secolo dopo Cristo, per questo motivo la maggior parte dei reperti si trova in zone che allora erano di campagna.

#2 LA NECROPOLI DI CASINALBO ANTICA DI OLTRE 3000 ANNI. Uno dei luoghi più importanti per le necropoli modenesi è la zona di Casinalbo a Formigine, dov'è stata rinvenuta una necropoli risalente all'età del bronzo. Questa scoperta ha consentito agli storici di ricostruire quelli che erano i rituali funerari nelle terramare, l'organizzazione dell'antica comunità e inedite informazioni sulla quotidianità nella pianura padana di oltre tremila anni fa. I primi scavi risalivano al 1880 e ad oggi sono stati rivenuti 12.000 metri quadri di terreno per un totale di 600 tombe. Molte sono le urne contenenti le ceneri post-cremazione, a cui venivano sottoposti anche i neonati che secondo un'indagine in quel periodo uno su tre era destinato alla morte. 

#3 LE SCENE EROTICHE NELLE TOMBE ROMANE. Associate la morte all'eros è strano, quasi fastidioso, per l'uomo moderno, ma così non era ai tempi di Augusto e Tiberio, dove i modenesi erano immersi in una cultura ottimista e godereccia, fino a rappresentare l'erotismo persino nelle tombe delle loro amanti. La scena era rappresentata in lucerne rinvenute nel Parco Novi Sad  nei pressi di Cittanova, nelle quali il ceramista Prisco disegnava scene erotiche che raccontavano di una ritualità della morte che coincideva con il piacere della vita. La particolarità di queste lucerne è che non ce ne sono due uguali al mondo. Tra le scene riportate ce ne alcune esplicitamente lussuriose, come per esempio quella che ritrae tre uomini che soddisfano una donna, ma non è certo l'unica.

#4 LE MUMMIE DI ROCCAPELAGO, UN'INTERA COMUNITA' MEDIOEVALE MUMMIFICATA. E' il luogo più misterioso del modenese per quanto riguarda la tumulazione. Il tutto iniziò nel Dicembre del 2010 durante i lavori di ristrutturazione e restauro nella Chiesa della Conversione di San Paolo a Roccapelago di Pievepelago, durante i quali vennero rinvenute circa 60 persone, tra cui adulti, anziani e infanti, perfettamente mummificati. Ciò che lasciò interdetti gli storici era il fatto che non si trattasse della solita mummificazione di classe, come per esempio avveniva per i monaci o i beati, ma la tecnica era stata usata per un'intera comunità. Non solo il ritrovamento è unico nel nord Italia, ma la presenza di infanti è quasi nauseabonda, per esempio nella cripta c'è una sepoltura multipla con una donna e decine di infanti. 

#5 I LEONI DEL DUOMO ERANO IN ORIGINE I GUARDIANI DEI MORTI. Il duomo di Modena è famoso per i suoi leoni del Portale Maggiore, che sono diventati simboli della città, ma non sono sempre stati a guardia di una chiesa, perché in origine avevano il compito di difendere una necropoli romana. Secondo alcuni i leoni stilofori furono rinvenuti dai costruttori del duomo in una necropoli risalente al I o II secolo d.C, e il passaggio tra luoghi di morte a luoghi di vita comunitaria sottolineano come nel medioevo la morte fosse una condizione quotidiana, quasi una dea minore. 

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