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Cronaca Baggiovara

Infarto sul campo di Baggiovara, muore a 41 anni l'allenatore Andrea Morselli

Nulla da fare per lo sportivo, colto da un malore durante un allenamento serale al “Dugoni”, mentre guidava la sua squadra di esordienti. È deceduto al vicino ospedale di Baggiovara. Era stato buon giocatore di pallamano

Ha lottato strenuamente, così come i suoi soccorritori, ma alla fine non ce l'ha fatta. Si è spento all'Ospedale di Baggiovara il 41enne Andrea Morselli, che giovedì 24 settembre era stato vittima di un malore mentre si trovava sul campo di calcio “Dugoni”, proprio nella frazione modenese di Baggiovara. Un infarto che lo aveva fatto accasciare al suolo durante l'allenamento della sua squadra – Morselli guidava i ragazzi di 12 anni del campionato di calcio CSI – intorno alle 19.30.

I soccorritori avevano provato a rianimarlo sul posto, invano, per poi trasportarlo al Pronto Soccorso distante appena poche centinaia di metri. Ma neppure i medici sono riusciti a salvarlo. Morselli, originario di Carpi, aveva un passato da sportivo a livello agonistico tra le fila della pallamano carpigiana e niente avrebbe fatto presagire il malore.

Una tragedia che drammaticamente anticipa il tema delle misure di sicurezza sanitaria nelle strutture sportive, con l'entrata in vigore dell'obbligo di collocare un defibrillatore che per le società sportive scatterà dal 1 gennaio 2016. Un dato che viene affrontato dal presidente provinciale del Csi di Modena, Stefano Gobbi: “Dispiace che questo dibattito si apra soltanto in coincidenza di eventi tragici come la scomparsa di Andrea Morselli: alla sua famiglia e agli amici del Baggiovara le nostre più sentite condoglianze. Questo episodio speriamo possa far scaturire, una volta per tutte, la necessità di adoperarsi e fare chiarezza in un mondo, quello del primo soccorso, dove troppo spesso negli ultimi mesi una vita è stata paragonata a un comma di legge. La vita vale molto di più di un decreto”. 

“Se si vuole affrontare il problema seriamente bisogna che diciamo le cose come stanno, senza rimandi di responsabilità -prosegue Gobbi - Spiace constatare che sul piano organizzativo siamo ancora molto indietro, anche Modena è indietro. Il Comune ammette di avere solo 12 defibrillatori su 64 impianti: pochi, troppo pochi.  Così come il Comune non può demandare tutto alle società sportive, così anche le società sportive non possono far finta di nulla. Proprietari, gestori e società sportive devono agire insieme. Ognuno deve assumersi le proprie responsabilità all’interno di una legge che è tutt’altro che chiara nelle sue applicazioni e solo una cosa ribadisce in modo inequivocabile: dal 1 gennaio gli impianti dovranno essere dotati di defibrillatore e ci dovranno essere persone in grado di utilizzarlo”.

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