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Cronaca Novi di Modena

Novi di Modena: pakistana uccisa dal marito, al via il processo

Programmata per la giornata di domani l'udienza preliminare del processo che vede imputato Khan Ahmad Butt e il figlio Umair, i pakistani accusati dell'omicidio di Shannaz Begum, rispettivamente moglie e madre dei due. Il delitto è avvenuto lo scorso 3 ottobre

E' in programma domani davanti al Gup di Modena l'udienza preliminare del processo nei confronti di Khan Ahmad Butt e del figlio Umair, i pakistani di 54 e 20 anni accusati in concorso dell'omicidio di Shahnaz Begum, 46enne rispettivamente moglie e madre dei due. Come ricostruito dal sostituto procuratore di Modena Pasquale Mazzei titolare dell'inchiesta, i due avrebbero agito di comune accordo nell'aggredire la donna lo scorso 3 ottobre nel cortile di casa a Novi di Modena.

L'aggressione, secondo gli inquirenti, era stata motivata dall'atteggiamento protettivo che la vittima aveva mostrato nei confronti della figlia ora di ventuno anni, Nosheen, che si rifiutava di sposare in futuro un uomo imposto dalla famiglia. E la stessa giovane, proprio mentre il capofamiglia infieriva con una pietra su sua moglie, era stata colpita a sprangate dal fratello di un anno più giovane. Per diversi giorni Nosheen è stata ricoverata in gravi condizioni all'ospedale di Baggiovara di Modena, prima di essere dimessa e affidata a una comunità. I due uomini di casa vennero arrestati dai carabinieri pochi minuti dopo l'omicidio. Le accuse formulate dalla procura nei confronti di padre e figlio sono di maltrattamenti in famiglia, omicidio volontario in concorso e tentato omicidio in concorso, il tutto aggravato dai motivi abietti. Il loro avvocato Barbara Bandiera è intenzionata a chiedere per loro il rito abbreviato.

Madre e figlia - secondo l'accusa - erano esasperate dalla impossibilità di uscire di casa e desiderose di vivere con maggiore libertà. E Nosheen desiderava studiare e sposarsi per amore con un 'occidentale'. Risulta poi che la vittima, prima di quel tragico pomeriggio, avesse manifestato al marito l'intenzione di divorziare. Il magistrato contesta a padre e figlio anche l'aggravante dei motivi abietti, che permetterebbe all'accusa di chiedere l'ergastolo se si approdasse a un processo con dibattimento ordinario. Negli ultimi mesi Nosheen, dalla comunità tenuta segreta in cui sta cercando di superare la sua tragedia familiare, tramite il proprio avvocato Riccardo Pelliciardi, ha fatto sapere di sentirsi isolata e non considerata dai parenti. Sarebbe stata insomma respinta anche da altri familiari - nonostante quanto è accaduto - la sua volontà di condurre un'esistenza libera da quei vincoli che l'avevano portata a coalizzarsi con sua madre. E la giovane ha espresso anche il desiderio di trasferirsi in Norvegia, dove si trovano altri parenti.

(ANSA)

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