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Cronaca Carpi / Piazza Martiri

Carpi: la beatificazione di Odoardo Focherini in piazza Martiri

La liturgia di beatificazione, presieduta a nome di papa Francesco dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi, viene celebrata oggi alle 9.30

Dopo essere stato iscritti nell'Albo dei Giusti tra le Nazioni allo Yad Vashem, il memoriale israeliano della Shoah, per la sua opera a favore degli ebrei durante l'Olocausto, Odoardo Focherini diventerà anche beatoLa liturgia di beatificazione, presieduta a nome di papa Francesco dal cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei santi, viene celebrata oggi, sabato 15 giugno, alle 9.30 in Piazza Martiri a Carpi, città che diede i natali al nuovo beato il 6 giugno 1907. L'elevazione all'onore degli altari avviene dopo che il 10 maggio 2012 Benedetto XVI ha riconosciuto il "martirio" di Focherini, "ucciso, in odio alla fede a Hersbruck (Germania) il 27 dicembre 1944" in un campo di concentramento.

Nella sua vita Focherini, nato da genitori di origine trentina, fu dirigente d'azienda e intellettuale cattolico. A formarlo fu anche il rapporto con due figure, don Armando Benatti, fondatore dell'Opera Realina, e don Zeno Saltini, il fondatore di Nomadelfia. Sotto la guida di quest'ultimo fondò a soli 17 anni un giornalino per i ragazzi dell'Azione Cattolica. A 23 anni sposò Maria Marchesi, da cui ebbe sette figli, e lavorò poi come agente e ispettore per una casa di assicurazioni. Intanto continuava la sua opera all'interno dell'Azione Cattolica, diventando presidente della sezione diocesana di Carpi. Fu quindi, dal 1939, amministratore de L'Avvenire d'Italia, quotidiano che allora aveva sede a Bologna. Fu nel 1942 che iniziò l'attività di Focherini a favore degli ebrei. Il cardinale di Genova, Pietro Boetto, che già operava a stretto contatto con l'agenzia ebraica Delasem di assistenza ai rifugiati, sottopose al direttore dell'Avvenire d'Italia, Raimondo Manzini, il caso di alcuni ebrei polacchi, giunti a Genova con un treno di feriti. Manzini affidò l'incarico a Focherini.

Con l'8 settembre e l'occupazione tedesca il suo impegno a favore degli ebrei perseguitati si fece più intenso e rischioso, prendendo contatti e intessendo una rete di aiuti organizzativi necessari a procurarsi carte d'identità in bianco, compilarle con dati falsi e portare gli ebrei al confine con la Svizzera. Contando anche su un amico fidato e compagno come don Dante Sala, parroco di San Martino Spino vicino a Mirandola, Odoardo riuscì a mettere in piedi un'attivissima organizzazione clandestina, capace di condurre in salvo oltre 100 ebrei che a lui si erano affidati. Per lui arrivò però l'arresto, l'11 marzo 1944, all'ospedale di Carpi, dov'era andato per organizzare la fuga di Enrico Donati, l'ultimo ebreo da lui salvato. Finì al carcere di San Giovanni in Monte a Bologna, poi al campo di concentramento di Fossoli, quindi al campo di Gries (Bolzano) e da lì il 7 settembre deportato in Germania, prima nel lager di Flossenburg e poi nel sottocampo di Hersbruck, dove morì il 27 dicembre a causa di una setticemia conseguente a una ferita alla gamba.

"Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, come trattano gli ebrei qui dentro, saresti pentito solo di non averne salvati di più", disse al cognato Bruno Marchesi nel carcere bolognese di San Giovanni in Monte. Dei terribili mesi di prigionia restano come testimonianza le 166 lettere che riuscì a far pervenire alla famiglia e agli amici. Nel testamento Focherini scrisse di morire "offrendo la mia vita in olocausto per la mia Diocesi e per l'Azione Cattolica". Riconoscimenti per la personalità di Focherini vennero già nel dopoguerra dall'Unione delle Comunità israelitiche italiane con una Medaglia d'oro alla memoria nel 1955. Nel 1969 il suo nome è stato iscritto nell'Albo dei Giusti allo Yad Vashem, insieme a quello dell'amico don Dante Sala. Nel 2007 è arrivata anche la Medaglia d'oro al merito civile della repubblica Italiana. La causa di beatificazione, che domani giunge al suo compimento, è stata avviata nel 1996 dalla diocesi di Carpi. Una beatificazione, tra l'altro, che porta in primo piano l'azione di personalità cattoliche e della Chiesa in genere nell'aiuto agli ebrei all'epoca della Shoah.

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