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Cronaca

Omicidio di via Cavazza, fermato il marito della 38enne. Uccisa da quattro coltellate

La Procura ha deciso di porre in stato di fermo Khalil Laamane, che secondo gli indizi raccolti avrebbe ucciso la moglie per poi provare ad dissimulare il delitto inscenando un suicidio

Dopo poche ore di indagine la Procura della Repubblica e gli investigatori della Squadra Mobile hanno già raggiunto un primo verdetto sull'omicidio di Ghizlan El Hadraoui, la 37enne marocchina trovata senza vita ieri mattina sul sedile posteriore della propria auto, aprzialmente incendiata, nei pressi dell'inceneritore di via Cavazza. Il sostituto procuratore Luca Guerzoni, titolare dell'inchiesta, ha infatti disposto stamane all'alba il fermo di Khalil Laamane, marito della donna e unico sospettato per il terribile delitto fin dalle primi accertamenti svolti dagli inquirenti. Il marocchino, infatti, era statao raggiunto nella tarda mattinata di ieri presso la sua abitazione e accompagnato negli uffici della Questura per essere sentito sui fatti.

L'uomo avrebbe negato di essere responsabile della morte della consorte - con la quale i rapporti erano ormai deteriorati e avviati alla separazione anche formale - ma gli inquirenti avrebbero riscontrato elementi tali da ritenerlo invece il responsabile del delitto.

Le ipotesi di reato sono quelle di omicidio aggravato dalla premeditazione e di occultamento di cadavere. Secondo gli inquirenti, Laamane avrebbe organizzato tutto scrupolosamente, agendo poi in breve tempo, circa un'ora. La causa della morte sarebbero quattro colpi di coltello inflitti alla schiena della donna, poi caricata in auto e trasportata in via Cavazza. Qui avrebbe bagnato d'alcol l'abitacolo, appiccato il fuoco e sarebbe poi fuggito. 

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