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Cronaca

Sfruttamento della prostituzione e faida per il controllo di via Emilia Est, nove arresti

Dodici persone sottoposte a misura cautelare, di cui 9 in carcere, nell'operazione "Fossalta" condotta dalla Squadra Mobile della Questura di Modena. Un gruppo di cittadini albanesi gestiva una ventina di ragazze, connazionali o provenienti dall'Ucraina

Per quasi un anno la Squadra Mobile della Polizia di Stato ha indagato su una organizzazione di matrice albanese attiva nel campo dello sfruttamento della prostituzione a Modena. Un'inchiesta coordinata dal sostituto Procuratore Pasquale Mazzei e culminata questa mattina all'alba con l'esecuzione di 12 misure di custodia cautelare in quella che è stata ribattezzata "operazione Fossalta".

Tutto è nato infatti a seguito della sparatoria del 5 aprile 2018 in via Emilia Est, all'altezza del ponte della Fossalta. Intorno alle ore 23 di quella sera da un'auto in transito, una Alfa Romeo 147, erano stati esplosi quattro colpi di pistola in direzione di un'altra auto, una Lancia Lybra. Gli accertamenti avevano permesso di scoprire che l'episodio era legato ad un dissidio tra alcuni cittadini albanesi, ma gli approfondimenti hanno fatto emergere un quadro inquietante.

Venti ragazze sfruttate tra la via Emilia e gli appartamenti del sesso

E' emerso che le persone arrestate o raggiunte da divieto di dimora, fino a ieri gestivano l’attività di sfruttamento della prostituzione in via Emilia Est, dall’altezza della Tangenziale sino alle porte di Castelfranco Emilia. Nel corso dell’attività sono state identificate circa 20 donne sfruttate, molte delle quali assoggettate con l’uso di metodi violenti per lavorare su strada o a casa dalle ore 20 di sera sino alle prime luci dell’alba. Si trattava di ragazze tra i 20 e i 35 anni, albanesi e ucraine, alcune delle quali fidanzate degli stessi sfruttatori, secondo un costume già noto fra i criminali albanesi dediti a questo tipo di reati.

Le ragazze erano tutte irregolari, o per meglio dire, sfruttavano un sistema arguto per evitare il rilascio del permesso di soggiorno: entravano in Italia con visto turistico, valido 90 giorni, e poco prima della scadenza rientravano in Albania. Dopo alcuni giorni in patria rientravano attivando un nuovo visto, così che la loro posizione era formalmente in regola con le norme. I clienti venivano adescati lungo via Emilia Est, ma i rapporti si consumavano presso alcuni appartamenti situati sempre in zona o nella frazione di San Damaso.

Il video degli arresti e della sparatoria

Gli sfruttaotri accompagnavano le ragazze nelle loro postazioni, poi sostavano in zona per tutta la notte per tenerle d'occhio. Anche le auto dei clienti venivano seguite fino agli appartamenti e a singola prostituta era tenuta ad informare con un messaggio in codice circa la natura del rapporto concordato e l'incasso previsto. Gli inquirenti hanno calcolato un guadagno di circa 300 o 400 euro a sera per ciascuna donna, denaro che finiva interamente nelle tasche degli sfruttatori. Un giro d'affari stimato in 180mila euro al mese.

La scissione e la faida

I colpi di pistola esplosi alla Fossalta, senza causare morti e feriti, sono stati l'apice di una guerra intestina al gruppo. Le intercettazioni della Polizia hanno infatti rivelato un crescente dissidio fra i connazionali, culminato nella nascita di due fazioni, ognuna delle quali pretendeva dall'altra il pagamento di un "pizzo" per poter gestire un tratto di via Emilia. Uno dei criminali si era addirittura spinto fino a minacciare le famiglie di origine dei "rivali", presentandosi presso le loro abitazioni in Albania armato di Kalashnikov.

Nonostante il gesto spregiudicato e gli spari del 5 aprile, la frattura si era parzialmente ricomposta, anche grazie all'intermediazione di un 42enne residente a Rubiera, che aveva chiamato a fare da paciere un altro cittadino residente in Albania, un uomo di una caratura criminale tale da essere capace di calmare le acque con la sua autorità. Gli stranieri erano soliti incontrarsi nel parcheggio del negozio Obi, a Modena Est, per le loro "riunioni". Proprio a seguito di uno di questi meeting si era verificata la sparatoria.

"Un gruppo feroce", parla il capo della Squadra Mobile

Gli arresti di questa mattina

30 investigatori della Squadra Mobile unitamente ad altri 20 poliziotti della Questura, a 5 equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, nonché alla Polizia Scientifica, a personale delle Volanti e a quello del Reparto Volo di Bologna, sono intervenuti stamattina eseguendo perquisizioni a tappeto in vari appartamenti nelle zone di San Damaso, via Emila est, Castelfranco Emilia e Rubiera. Sei sono le persone finite in carcere, tutti cittadini albanesi tra i 20 e i 40 anni, mentre tre risultano irreperibili. Altri tre soggetti sono stati invece raggiunti da un divieto di dimora a Modena: tra questi anche una donna ucraina ritenuta la l'organizzatrice della tratta delle ragazze dal paese dell'Est fino a Modena. I reati contestati sono quello di tentato omicidio (per due persone), di sfruttamento della prostituzione per tutti quanti e di detenzione ai fini di spaccio per 3 soggetti, trovati in possesso di 80 grammi di cocaina.

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