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Cronaca

Centri storici terremotati, due ordinanze per guidare la ricostruzione

I centri cittadini della Bassa sono sicuramente lo scacchiere più complicato della ricostruzione post-sisma: saranno sufficienti le direttive commissariali ad evitare lo spopolamento?

Per sostenere la rinascita dei centri storici e urbani e la messa a punto da parte dei Comuni di politiche organiche di ricostruzione e rivitalizzazione, nell’aprile scorso sono state varate due misure che si aggiungono a quelle già approvate con precedenti disposizioni, come il “Piano della ricostruzione” (per adeguare la strumentazione urbanistica alle mutate condizioni territoriali conseguenti al terremoto) e le “Umi - unità minime d’intervento” (per una ricostruzione sicura e di qualità degli aggregati edilizi dei centri storici).

Il commissario ha messo a disposizione risorse finanziarie per la redazione di Umi e Piani per la ricostruzione, mentre la Regione ha supportato questo processo con le proprie strutture e ha promosso, attraverso il progetto ReBuilding, un percorso partecipato sul territorio per agevolare la definizione dei contenuti progettuali. In particolare, Errani ha emanato due ordinanze per favorire, insieme al recupero degli edifici colpiti, il ripristino delle condizioni di vita, la ripresa delle attività economiche e la riduzione della vulnerabilità in ambiti che abbiano subito danni molto gravi.

La prima ordinanza prevede la possibilità per i Comuni di elaborare un Piano organico sulla base delle risorse complessivamente destinate ai centri storici, sia quelle di derivazione statale che quelle messe a disposizione dalle leggi regionali di settore. Il Piano organico, approvato dai Consigli comunali, servirà a raccogliere e ordinare l’insieme degli interventi finanziabili e necessari a dare attuazione alle politiche integrate di recupero e rivitalizzazione del centro, coerenti con le previsioni urbanistiche del “Piano della ricostruzione” (di cui si stanno dotando 25 Comuni). Negli interventi pubblici e privati del Piano organico sono ricompresi anche quelli promossi dalla Regione per riqualificare anche la cosiddetta “città pubblica”, cioè spazi e infrastrutture degradati dopo il sisma (utilizzando 11 milioni di euro per il 2014 dalle leggi regionali 19/98 e 16/02).

La stessa ordinanza prevede la possibilità di delocalizzare, in aree urbanisticamente adeguate ed edificabili, edifici gravemente danneggiati e definiti incongrui dal Piano della ricostruzione ossia edifici che lo stesso Piano comunale prevede di spostare, d’intesa coi proprietari, per migliorare la sicurezza, la fruizione e la qualità dello spazio pubblico e del centro nel suo complesso. L’ordinanza prevede infine anche la possibilità, per chi ha l’immobile gravemente danneggiato o demolito, di acquistare o ricostruire in un’altra zona della città, individuata dal comune nel Piano organico, con un contributo pari a quello dovuto per l’edificio danneggiato e cedendo gratuitamente la vecchia proprietà al Comune che potrà poi beneficiare di finanziamenti specifici per destinarli ad edilizia sociale e promuovere l’insediamento nel centro di nuove famiglie. 

La seconda ordinanza contiene misure per l’acquisto, da parte di imprese di costruzione, cooperative di abitazione ed altri soggetti privati o pubblici, di immobili danneggiati nel centro storico che i proprietari non intendono ristrutturare e che, una volta recuperati, dovranno essere destinati alla locazione a canone concordato per almeno 8 anni, per poi essere ceduti a prezzo convenzionato col comune.

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