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Cronaca

Mille lavoratori Cgil-Uil in presidio contro il Jobs Act e il Governo Renzi

Mille lavoratori della Cgil e Uil hanno presidiato oggi contro il Jobs Act a Finale Emilia, Castelnuovo Rangone e Finale Emilia. I sindacati chiedono maggiori ammortizzatori sociali e si dicono preoccupati dei mancati finanziamenti all'occupazione

Oltre mille i lavoratori e le lavoratrici hanno partecipato stamattina ai tre presidi di Bomporto, Castelnuovo Rangone, Finale Emilia nell’ambito della mobilitazione contro il Jobs Act e contro le politiche economiche del Governo Renzi. A sostenere questi scioperi sono stati sindacati di categoria/Rsu e sindacati nazionali quali Cgil e Uil, che hanno ripetuto che le riforme di Renzi sono inadeguate per rispondere alla crisi. 

"I DATI ECONOMICI POSITIVI SONO RELATIVI SOLO ALLE ESPORTAZIONI". Nei vari discorsi i segretari provinciali di Cgil e Uil, Tania Scacchetti e Luigi Tollari, presenti al presidio di Finale Emilia, hanno sottolineato come, nonostante la propaganda del Governo sulla ripresa, i segnali di ripartenza sono ancora molto timidi, legati prevalentemente alle aziende che esportano. Così come l’aumento delle assunzioni con contratti a tutele crescenti non rappresenta nuova occupazione, ma in larga parte trasformazione di contratti già in essere. L’aumento delle assunzioni con le tutele crescenti è dovuto principalmente agli sgravi contributivi previsti dalla Legge di Stabilità 2015.

 "IL JOBS ACT E' INADEGUATO PER RISPONDERE ALLA CRISI". La denuncia fatta dal sindacato è verso il contratto, che anziché ridurre le disparità nel mondo del lavoro allargando diritti e tutele, alimenta nuove divisioni tra vecchi e nuovi assunti privando questi ultimi di importanti tutele dello Stato dei Lavoratori, a cominciare dal reintegro in caso di licenziamento ingiustificato. Infatti contrastare il Jobs Act significa anche rivendicare una diversa politica sugli ammortizzatori sociali. 

Presidio Cgil-Uil contro il Jobs Act, 26 Maggio 2015

"MANCANO INVESTIMENTI PUBBLICI E PRIVATI PER CREARE NUOVA OCCUPAZIONE". Alla fine dei presidi, una delegazione sindacale è stata ricevuta da Prefetto e Direttore dell’Inps di Modena ai quali sono state illustrate le ragioni della mobilitazione, ed in particolare la preoccupazione sulla situazione degli ammortizzatori sociali nella nostra provincia.  Fra pochi giorni, infatti, scadrà il finanziamento per il 2015 della Cig in deroga, uno strumento che ha coinvolto circa 22.000 lavoratori in Emilia Romagna, di cui si stima circa 4.000 a Modena. In assenza di investimenti pubblici e privati per la creazione di nuova occupazione, il rischio è che per diverse centinaia di lavoratori si aprano le porte della disoccupazione e/o cali di orario significativi. Al direttore dell’Inps è stata anche segnalata la necessità di rivedere le tempistiche di pagamento delle indennità di cassa integrazione in deroga, per le quali ci sono ritardi di 7/8 mesi.

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