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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Chioschi, non è finita. La Procura chiede un secondo processo in appello

L'Amministrazione aveva esultato per l'assoluzione degli imputati nel processo sulle strutture del Parco delle Rimembranze, ma ora dovrà tornare a confrontarsi con i giudici. Il processo in secondo grado comporterà però un inevitabile allungamento dei tempi per la riqualificazione

Tutti assolti. Era stato questo il verdetto del Tribunale di Modena sulla vicenda dei chioschi, i cui scheletri in cemento continuano ad imbruttire il parco lungo i Viali. Da un lato i diretti interessati, che avevano tirato un profondo sospiro di sollievo: gli ex assessori Daniele Sitta e Stefano Prampolini, gli ingegneri comunali Marco Stancari e Giovanni Villanti e i referenti della Sovrintendenza, Paola Grifoni e Graziella Polidori, tutti assolti con formula piena dalle accuse legate ad un presunto abuso edilizio.

Dall'altro lato l'attuale Amministrazione guidata da Gian Carlo Muzzarelli, nel solco dei progetti già avviati dalla precedente giunta Pighi. Lo stesso sindaco Muzzarelli aveva accolto con favore la sentenza, criticando l'intero impianto accusatorio: "E' la stessa democrazia cittadina a essere stata ferita, perché le scelte urbanistiche e di sviluppo non si fanno in tribunale. Si fanno all’interno delle istituzioni democratiche e lo sviluppo di una città non può rimanere inchiodato a causa delle prese di posizione di chi pretende di imporre le sue tesi minoritarie a suon di ricorsi e carte bollate. Oggi però è stata fatta giustizia e da qui possiamo ripartire”. 

Ripartire, questo il tema cruciale dopo la sentenza. Già, perchè la giunta non aveva fatto mistero di essere pronta a rilanciare l'intero processo di costruzione dei nuovi edifici, anche se non era stato al momento reso noto con quali modalità, con quale impatto architettonico e in che tempi.

Tutti elementi sui quali l'Amministrazione dovrà togliere il piede dall'acceleratore. È infatti di oggi la notizia, comunicata direttamente dal Procuratore Lucia Musti, che la magistratura ha deciso di ricorrere in Appello, aprendo così il secondo round della fase processuale. La Procura intende quindi andare fino in fondo e continua a reputare illegale la scelta di edificare quel tipo di manufatto nell'area del Parco.

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