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Cronaca Marzaglia / Via Emilia Ovest

Sfruttamento della prostituzione, smantellata banda ungherese

Eseguite sedici ordinanze di custodia cautelare nei confronti di un gruppo ungherese che deteneva il controllo della prostituzione sulle strade modenesi: in manette anche diverse donne

Si occupavano del "reclutamento delle ragazze" dal paese di origine, l'Ungheria, all'ingresso in Italia, fino al reperimento degli spazi sulle strade modenesi: per potere consentire alle "loro" giovani donne di esercitare al meglio l'attività di prostituzione, inoltre, prendevano accordi con i "concorrenti" per evitare sovrapposizioni territoriali, gestivano il servizio di accompagnamento sul posto prestabilito e il prelievo al termine dell'orario di lavoro. Questo il modus operandi della banda tutta ungherese attiva nel 2011 nel controllo della prostituzione cittadina che è stata smantellata stamattina all'alba dalla Squadra Mobile della Polizia di Stato nell'ambito dell'operazione "Csum csum" ("Bacio bacio" in ungherese, saluto in codice con cui le prostitute segnalavano al telefono l'assenza di problemi ai componenti della banda) con 16 ordinanze di custodia cautelare a carico di altrettante persone, tra le quali diverse donne: queste ultime offrivano alle ragazze ospitalità nella propria abitazione e provvedevano anche al trasporto mediante un mirato servizio "taxi" con un tariffario da 5 a 10 euro per accompagnamento in base alle prescrizioni degli uomini alla guida dell'organizzazione. I capi d'imputazione vedono l'agevolazione, il favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione.

Operazione "Csum csum", gli arrestati

INDAGINI - Questa "società del meretricio" era capace di gestire ogni minimo aspetto dell'attività delle ragazze, una quarantina in tutto: dall'immigrazione in Italia, alla presenza sulla strada, tenuta debitamente sotto controllo sia telefonicamente, sia visivamente mediante frequenti transiti lungo le strade "coperte" dalle prostitute al servizio dell'organizzazione criminale che, al termine della nottata, percepiva in parte i proventi ottenuti dalle ragazze. Da quanto si apprende dalla Questura, le indagini della Mobile sono iniziate circa un anno fa: una volta conclusa l'"Operazione Fetita" a fine novembre 2009 che ha portato a smantellare un'organizzazione di romeni attivi nello sfruttamento della prostituzione, passato qualche mese di assestamento, nell'estate del 2010 si sono radicati gli ungheresi (novità assoluta per la criminalità organizzata) che hanno agito con telefoni cellulari, appartamenti e alloggi in residence in affitto sempre intestati a prestanome. Tutti stanziati a Modena, questi malviventi avrebbero avuto basi logistiche in varie province italiane e in Ungheria. I componenti del gruppo avrebbero, inoltre, mantenuto il monopolio della prostituzione in strada nella provincia di Modena per tutto il 2011.

RITIRO IN QUESTURA - Non si sa se per ingenuità o eccesso di spavalderia, ma gli arrestati avevano una particolare abitudine che poi si è dimostrata determinante nell'esito delle indagini: ogni notte che una delle prostitute della loro scuderia veniva accompagnata in Questura per l'identificazione, la mattina seguente un componente della banda si presentava per il “ritiro” delle ragazze, incurante dei teleobiettivi della Polizia.

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