"Quanta pubblicità riceviamo nelle cassette postali?"
Vittorio Molinari e Sauro Sola, due cittadini di Spilamberto, hanno deciso di conservare volantini, brochure e depliant per 12 mesi di seguito. Il risultato? Ciascuno ha accumulato 16 chilogrammi di carta
Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Vittorio Molinari e Sauro Sola, due spilambertesi che hanno deciso di attuare un singolare esperimento per rispondere a un quesito: ogni anno, quanta pubblicità viene lasciata nelle buche delle lettere? Il risultato ottenuto ha del sorprendente. Ecco la loro testimonianza.
Siamo due cittadini di Spilamberto e ci siamo posti un quesito: quanta pubblicità ci viene messa nelle cassette postali? Abbuiamo quindi deciso di conservarla per 12 mesi di seguito, risultato: nelle rispettive buchette situate in due vie lontane fra loro abbiamo accumulato ciascuno 16 chilogrammi.
La pubblicità che riceviamo a casa nella cassetta della posta è soggetta a qualche forma di tassazione o contributo per lo smaltimento? Da una prima indagine sembra proprio che questo tipo di pubblicità non sia soggetta a nessuna tassazione o contributo per il suo smaltimento, né di imposta sulla pubblicità; significa che tutta questa pubblicità la paghiamo noi consumatori! Non solo quando acquistiamo i prodotti il cui prezzo ne tiene conto, ma anche quando paghiamo lo smaltimento dei rifiuti.
Se invece si ritiene utile questa pubblicità, occorre che si tenga ben presente quanto ci può costare in termini ambientali e di tassa di smaltimento rifiuti. Siamo dell'idea che tutta la carta utilizzata debba essere obbligatoriamente riciclata e riciclabile al 100%. Quanto alla tassa sui rifiuti, siccome siamo convinti debba essere pagata in base a quanti rifiuti effettivamente produciamo e dato che a questo tipo di tariffazione ci si arriverà senz'altro, ecco che questo costo non deve essere pagato da cittadini che subiscono questo aggravio, ma dovranno essere quelle imprese che fanno stampare e distribuire questi depliants. Due soluzioni, semplici e corrette, che possono essere adottate con facilità senza bisogno di fare leggi, basta un codice di autodisciplina da una parte e da accordi fra imprese e Comuni
Altri commenti, critiche e suggerimenti sono possibili, l'importante però è arrivare ad una soluzione che soddisfi tutti, quali quelle da noi suggerite, ma occorre che le imprese commerciali ed i Comuni siano spinti a muoversi, lo faranno solo se cominciamo noi a premerli. Per parte nostra lo faremo portando i 16 chili di carta all'assessore comunale di Spilamberto che già un anno fa ha ricevuto questa domanda in un assemblea pubblica ma senza ottenerne riscontri. Nel contempo invitiamo le cittadine ed i cittadini a fare altrettanto: scrivete ai vostri rispettivi assessori comunali e mandate copia della lettera ai giornali e radio della vostra zona.
Infine ricordiamo che esiste la possibilità, tutelata dalle norme, di rifiutare questa pubblicità, basta incollare sulle cassette un bell’avviso: "Non è gradita la pubblicità". Gli addetti sono istruiti al rispetto di questo divieto, infatti il mancato rispetto può risolversi in una causa civile contro l’impresa che ne cura la distribuzione e tutte le sentenze, finora, le vedono soccombenti.