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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

SPECIALE – Un anno dall'alluvione. Il punto su sicurezza, rimborsi e ricostruzione

Ad un anno esatto dalla tragica rottura dell'argine del Secchia il consiglio provinciale traccia un bilancio della situazione. Grandi sforzi per la messa in sicurezza del nodo idraulico, ma ancora ritardi nei risarcimenti. E la magistratura tentenna

“Poco dopo le 7 di questa mattina, domenica 19 gennaio, a causa di un cedimento dell’argine destro all’altezza di via Canaletto 917, a 500 metri dal ponte dell’Uccellino già chiuso da ieri come gli altri ponti cittadini, il fiume Secchia è esondato andando ad allagare la zona di San Matteo”.

Queste le parole con le quali si apriva il 19 gennaio di un anno fa. Una domenica uggiosa nella quel le redazioni sonnolente venivano svegliate da un fatto insolito, da notizie subito poco chiare che giungevano dalla periferia nord della città, finora sconosciuta alle cronache se non per i disagi alla viabilità. Ma quelle notizie confuse in breve tempo divennero più chiare e quella fuoriuscita d'acqua si trasformò in un lago di 75 km quadrati che invase le campagne e i paesi. Un disastro in piena regola.

Oggi, ad un anno esatto dall'alluvione della Bassa, il Consiglio Provinciale è in corso una seduta nella quale la politica locale cercherà di trarre un bilancio della situazione, partendo dalla relazione di Rita Nicolini, responsabile della Protezione civile provinciale che ha guidato lo staff tecnico incaricato dalla Regione di coordinare l'attività dei Comuni nella fase di raccolta delle richieste di rimborso e quello dedicato ai lavori sugli argini.

“A un anno di distanza dall’alluvione ricordiamo innanzitutto il coraggio e la generosità di quanti dal primo minuto si sono impegnati per aiutare i concittadini in difficoltà, e un pensiero particolare va ad Oberdan Salvioli, che  ha perso la vita”, ha sottolineato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Provincia di Modena. Muzzarelli ha ricordato: “Lunedì faremo il punto su quanto è stato fatto finora e quanto resta da fare per la prevenzione e la sicurezza dei nostri fiumi e sulle attività per favorire la ricostruzione e rimborsare cittadini e imprese per i danni subiti”. 

In Consiglio saranno illustrati i dati relativi ai rimborsi effettuati e quelli ancora da completare e sarà fatto il punto sul piano di interventi di sicurezza degli argini avviato dopo l'alluvione, che prevede investimenti complessivi per oltre 38 milioni di euro con oltre 70 interventi in parte già realizzati.

Per i risarcimenti dei danni e la messa in sicurezza del nodo idraulico di Modena sono disponibili 210 milioni di euro: oltre ai 50 milioni per i privati, 15 milioni per 52 cantieri conclusi sugli argini dei fiumi, altri 23 milioni sempre per gli argini per interventi in corso di programmazione, 80 milioni per i danni alle attività produttive, 7 milioni e 400 mila euro per il ripristino delle opere pubbliche danneggiate, delle strutture pubbliche sociali e sanitarie, religiose, sportive e dei beni di interesse storico-artistico. Le risorse rimanenti saranno utilizzate per ulteriori interventi di messa in sicurezza.

Resta poi aperta la questione giudiziaria. L'indagine della Procura di Modena ha impiegato molto tempo prima di giungere ad una chiusura, ma ancora oggi i PM non hanno assunto una decisione in merito ad un eventuale rinvio a giudizio. Sul piatto anche l'ipotesi di disastro colposo.

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