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Cronaca Via Paolo Ferrari

Zona Tempio, retata antiprostituzione tra la rabbia dei residenti

Blitz della Polizia nella scorse notti: identificate e accompagnate in questura diverse ragazze ungheresi che esercitano tra via Piave e via Paolo Ferrari. Confesercenti: “Problema di ordine pubblico, coinvolgere oltre al Sindaco anche Prefetto e Questore”

Un fenomeno ben noto, quello della prostituzione in zona Tempio, a Modena, che pare però aver ripreso vigore nelle ultime settimane estive, dopo mesi in cui il “giro” di ragazze era visibilmente calato fino quasi ad esaurirsi. Ma da qualche giorno i residenti e i commercianti hanno dissotterrato nuovamente l'ascia di guerra, organizzando una petizione per chiedere interventi concreti all'Amministrazione. A fronte della promessa ed avviata riqualificazione di tutta la zona, imperniata sul lancio del Museo Ferrari, le cose non vanno però nella direzione giusta.

La Squadra Mobile della Questura di Modena ha organizzato un paio di retate, volte a identificare le ragazze che sostano in attesa di clienti lungo via Piave, per poi spostarsi nelle strade retrostanti e nel parcheggio del Museo per consumare la loro prestazione. Solo durante la scorsa notte, tre di loro sono state accompagnate in questura, insieme anche ad un uomo classe '76 che si presume possa essere uno dei loro riferimenti in città: si tratta di giovani ungheresi, poi rilasciate dopo gli accertamenti.

Prostituzione e spaccio di droga restano dunque i nervi scoperti della martoriata zona Tempio, dove ha trovato sede anche Confesercenti Modena, i cui dipendenti stanno aderendo alla petizione promossa dai commercianti, residenti e lavoratori dell'area.

“La petizione è rivolta correttamente al Sindaco – sottolinea Confesercenti  - ma noi riteniamo indispensabile anche un coinvolgimento del Prefetto e del Questore, ravvisando la persistenza di un problema di ordine pubblico. Come cittadini esprimiamo una forte preoccupazione sul fatto che esercitano in loco l'attività prostitutiva giovani donne la cui età andrebbe appurata: il sospetto che ci siano anche delle minorenni non è infondato. Noi apparteniamo alla schiera di coloro che realisticamente sostengono che il fenomeno andrebbe regolamentato, anche attraverso la individuazione di aree appositamente dedicate e controllate da ogni punto di vista. Nessun atteggiamento " bacchettone", quindi. Tuttavia riteniamo che debba essere perseguito e punito severamente lo sfruttamento della prostituzione - una forma di moderna schiavitù rispetto alla quale la collettività tutta non può chiudere gli occhi - in particolare quando si è in presenza di minori”. 

“Il ruolo del Comune – precisa ancora Confesercenti – si deve manifestare con forza, per non rendere vano tale sforzo. L'apertura del MEF aveva creato speranze da parte di quegli imprenditori che hanno deciso di investire e di scommettere sulla riqualificazione dell'area. Facciamo in modo che questa speranza diventi realtà e che una delle attrazioni di Modena, quale è la casa museo Enzo Ferrari, si presenti ai visitatori attuali e potenziali in un contesto civile e non di degrado. E' urgente quindi che il Sindaco incontri gli operatori e le associazioni di categoria”.

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