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Cronaca

Ricerca sulla mobilità ciclabile: le piste non bastano più

Modena occupa il 19esimo posto della classifica di "ciclabilità" secondo la ricerca A-bici. Ma l'auto resta il mezzo preferito e né ciclabili né bike sharing sembrano influire molto su questa scelta. La guerra aperta all'automobile è l'unica strada?

Come si costruisce una città a misura di bicicletta? Con le piste ciclabili? Con il bikesharing? Disseminando la città di rastrelliere o di altri oggetti e strutture bike-friendly? Apparentemente niente di tutto questo. É quello che vuole dimostrare il dossier l’A-bici della ciclabilità – di cui oggi è stata presentata un’ampia anteprima  – realizzato da Legambiente, Rete Mobilità Nuova e bikeitalia.it, che cerca di sfatare alcuni luoghi comuni a partire da quello indubbiamente più diffuso: per avere più ciclisti urbani servono più ciclabili. 

LA RICERCA - Legambiente, Rete Mobilità Nuova e bikeitalia.it, tramite un questionario inviato a tutti i comuni capoluogo di provincia, hanno raccolto una serie di informazioni legate alla mobilità e alla ciclabilità. In primo luogo è stato chiesto ai municipi di indicare il modal share del proprio territorio, ossia il tipo di veicolo (auto, moto/scooter, trasporto pubblico, bici, piedi) utilizzato dagli abitanti per gli spostamenti sistematici all’interno del centro urbano. Sono state poi raccolte informazioni sulle ciclabili e sulla loro tipologia (in sede propria o promiscua, in carreggiata o su marciapiede…), sulle strade a velocità moderata (a 20 o 30kmh), sulle isole ciclopedonali e sulle zone a traffico limitato. Con queste informazioni, opportunamente pesate, è stato costruito l’indice delle ciclabili equivalenti, che misura la lunghezza (in metri/100 abitanti) di tutti i percorsi potenzialmente accoglienti per la bici. Infine è stato elaborato un terzo indice, l’indice di ciclabiltà, che misura la capacità delle amministrazioni comunali di predisporre una serie di strumenti che favoriscono la mobilità ciclabile.

MODENA – Per quanto riguarda il modal share, sotto la Ghirlandina trionfa come noto l'automobile, che è per il 75% dei modenesi il mezzo quotidiano di spostamento. La bicicletta è usata con costanza dal 10% di chi si muove in città, mentre i mezzi pubblici sono fermi al 7%. Inesistente – o equivalente a zero – il dato per pedoni e motociclisti. Quantomeno Modena rientra nelle sole 24 città capoluogo (sulle 104 interpellate) che possiedono dati aggiornati e confrontabili tra loro che hanno permesso redigere le classifiche. Per quanto riguarda le piste ciclabili, Modena si posiziona molto bene in classifica, guadagnando un ottavo posto, con 17,53 mq di piste ogni 100 abitanti. A sorpresa, davanti a tutti spicca la vicina Reggio Emilia, che può vantare 38 mq, distanziando di gran lunga tutti gli altri capoluoghi. L'indice di ciclabilità complessivo elaborato nella ricerca vede Modena al 19esimo posto in Italia, con un punteggio di 59 su 100. Questo dato è statto elaborato valutando una serie di indicatori, tra cui: presenza biciplan, ufficio biciclette, cicloparcheggi di interscambio, bicistazione, sensi unici eccetto biciclette e bike-sharing. In questa classifica trionfa Treviso, seguito a ruota proprio da Reggio Emilia e da Venezia. Chiude la graduatoria Palermo (63esima), ma ben 41 capoluoghi non hanno fornito i dati richiesti e sono quindi esclusi da qualsiasi valutazione.

Quello che la ricerca L'A-bici arriva in estrema sintesi a sottolineare è la mancata correlazione tra la presenza di ciclabili e di servizi di bike sharing e la scelta dei cittadini dei cittadini di utilizzare le due ruote. Per un sillogismo che salta, si fanno strada riflessioni più complesse ed articolare – per le quali vi rimandiamo alla prima descrizione dell'indagine sul sito di Legambiente – che tuttavia passano forzatamente per la limitazione “forzosa” dell'utilizzo dell'automobile. In altre parole, rendere più scomodo l'uso dell'auto per rendere più comodo quello della bicicletta. Sarà quello il futuro?

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