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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Bastiglia

L'alluvione un anno dopo: acqua ovunque, ma neppure una lacrima

Giorni di lavoro nell'acqua della Bassa, condensati in un breve ricordo. Un ricordo di gente fiera, di solidarietà e di severo pragmatismo. Una terra divenuta lago, ma con le radici ben all'asciutto

In quella sciagurata fine di gennaio dello scorso anno anche i cronisti modenesi – almeno i più giovani come chi vi scrive – hanno imparato una nuova definizione della parola acqua. Acqua ovunque. Perchè dal 19 gennaio in avanti non c'è stato giorno in cui si facesse ritorno a casa la sera, o la notte, inzuppati da capo a piedi, dopo aver vinto la battaglia per tenere all'asciutto i taccuini, i cellulari e le macchine fotografiche.

Giorni bagnati, ma giorni di passione. Con l'acqua fino alle ginocchia e con l'acqua che pioveva dal cielo, a sottolineare il dramma e le difficoltà di chi improvvisamente aveva visto la propria terra trasformata in un lago. L'acqua che aveva infranto le vetrine dei negozi, sommerso le auto. L'acqua che aveva invaso garage e capannoni, che aveva trasformato le cantine in musei sottomarini. Acqua nei campi e lungo le strade, interrotte a formare un labirinto a geometria variabile, che ogni giorno doveva essere riscoperto per raggiungere i luoghi in cui svolgere il proprio lavoro di documentazione.

Acqua ovunque. Tranne che sotto gli occhi. Già, perchè di tutta l'acqua che abbiamo solcato e raccontato in quella drammatica fine di gennaio, neppure una goccia era di lacrime. A bagnarsi sono state le mani e piedi di un popolo fiero e laborioso, che neppure una volta ha voluto bagnare il proprio viso e lasciarsi andare al pianto. Nessuna commiserazione, nessuna piagnisteo da rotocalco televisivo, nessuna rabbia massmediatica.

Una fierezza severa, non certo distaccata e insensibile, ma estremamente pragmatica. Fra tutta quell'acqua non è emersa neanche una goccia di disperazione, ma soltanto la voglia di rimboccarsi le maniche, di comprendere, di reagire per limitare i danni. Poi la tanta disponibilità a prestare soccorso, a offrire ciò che si aveva, a partecipare attivamente all'attività dei tanti volontari. A crollare è stato “solo” un argine, non è crollata la fiducia, non è crollata l'integrità di una terra votata al lavoro. A bagnarsi sono stati i muri, i terreni, gli oggetti, ma non la tenacia di gente abituata ad una silenziosa dignità.
 
Ad un anno di distanza restano la politica, la giustizia lenta, la burocrazia. Ma oggi, giorno votato al ricordo, questa è, nell'impressione più intima di un semplice e giovane cronista, l'alluvione della bassa modenese. Acqua ovunque, ma neppure una lacrima.

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