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Cronaca Pavullo nel Frignano

La Procura ci ripensa, cade l'accusa di maltrattamenti per la maestra di Pavullo

Le indagini sul conto dell'insegnante 52enne arrestata a Pavullo a fine gennaio portano i PM a rivedere le accuse, declassando l'ipotesi di reato a  “atti di abuso dei mezzi di correzione”. Revocati gli arresti, escluso dall'indagine anche il personale scolastico

Tanto, forse troppo, scalpore aveva suscitato il caso della maestra d'asilo di Pavullo nel Frignano arrestata qualche mese fa con l'accusa di aver maltrattato i suoi alunni. L'insegnante era finita agli arresti domiciliari – poi revocati – dopo che i Carabinieri, coordinati dal Pm Marco Imperato, avevano acquisito le denunce dei genitori e posizionato telecamere nella scuola pavullese riprendendo così la condotta della 52enne.

Oggi arriva dalla stessa Procura di Modena una notizia che ridimensiona moltissimo il caso, partendo proprio dall'accusa. “L’approfondimento investigativo ha condotto a una riqualificazione dei fatti contestati ritenuti non più “maltrattamenti”, ma “atti di abuso dei mezzi di correzione” - spiegano dagli uffici di Corso Canalgrande - Questa qualificazione, in linea con la più recente giurisprudenza della Cassazione su fatti analoghi, determina per legge la decadenza della misura cautelare applicata (prima gli arresti domiciliari e poi il divieto di avvicinamento), la quale comunque non era stata impugnata ed aveva ottenuto l’obiettivo di interrompere una situazione di pregiudizio sulla base dei gravi indizi”.

Anche dopo gli arresti e la conseguente sospensione dall'attività didattica della maestra, le indagini dei Carabinieri di Pavullo erano proseguite con una lunga serie di interrogatori. Erano stati sentiti altri genitori degli alunni dell'asilo, ma anche colleghi dell'insegnante e personale scolastico. In proposito, la Procura fa anche sapere che “altre posizioni sono state stralciate, rinviando all’autorità amministrativa ogni valutazione ma escludendo che vi siano elementi sufficienti e idonei per sostenere l’accusa”.

L'inchiesta procede dunque sotto una nuova luce, con accuse che riportano i fatti ad una dimensione sicuramente meno grave di quanto inizialmente ipotizzato. Non è ancora stato reso noto quali elementi abbiano fatto cambiare l'opinione della Magistratura: per questo bisognerà attendere. In caso di eventuale rinvio a giudizio e di una successiva condanna, l'insegnante rischierebbe in questo modo fino a sei mesi di reclusione.

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