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Cronaca Pavullo nel Frignano

Scalpore in parrocchia: il prete dall'altare: “Non sono padre di questo bimbo”

Il pettegolezzo minaccia la tranquillità della piccola comunità di Monteobizzo di Pavullo e il parroco, don Luciano Venturi, mette in chiaro le cose durante la messa. Pronta un'azione legale contro le malelingue della parrocchia, che accusavano il religioso della paternità del terzo bimbo di una famiglia del posto

Non c'è insidia maggiore delle malelingue per minare i rapporti di una piccola comunità. Lo sanno bene anche a Monteobizzo, la piccola frazione di Pavullo, entrata prepotentemente nelle cronache della stampa modenese per un pettegolezzo e per la replica plateale che il parroco del luogo ha scelto per fare chiarezza tra i fedeli.

Protagonista – suo malgrado – della vicenda è don Luciano Venturi, il 49enne parroco di alcune frazioni sulle montagne di Pavullo, tra cui quella di Monteobizzo. Contro di lui si erano levate voci sempre più insistenti tra i parrocchiani, che lo accusavano di essere il padre di un bimbo nato pochi mesi fa da una coppia del luogo, frutto della relazione doppiamente clandestina con la donna, già madre di altri due bambini.

Una maldicenza che ha raggiunto livelli tali da richiedere un intervento risolutivo, che il prelato non ha esitato a declamare platealmente dall'altare, proprio durante la Santa Messa della scorsa domenica. “Non sono il padre di quel bambino, so con certezza chi mi calunnia e ho già incaricato i miei legali di difendere lui, la sua famiglia e anche i miei diritti come parroco – ha tuonato don Venturi - Sono colpiti da questa vicenda innanzitutto dei bambini. Non siamo rabbiosi ma vogliamo difendere la verità senza sorvolare sulla gravità di quanto è accaduto”.

Queste parole erano contenute in una lettera rivolta ai fedeli, che il parroco ha letto dopo essere entrato in chiesa al fianco della famiglia “incriminata”, a sua volta esasperata dal pettegolezzo che serpeggiava in paese. Don Venturi, inoltre, ha sottolineato la ferma volontà di rimanere nel suo attuale incarico e ha promesso un giro di vite sulle tante attività svolte dai gruppi parrocchiali, che sarebbero stati i primi ad alimentare la maldicenza.

L'Arcidiocesi, dal canto suo, ha espresso la sua vicinanza e rinnova la sua fiducia al parroco don Luciano Venturi e alla famiglia coinvolta. "Il clima esasperato che si è creato all’interno della parrocchia impone a tutta la comunità cristiana un serio esame di coscienza sul modo spesso superficiale di alimentare e coltivare insinuazioni e critiche malevole - si legge in una nota della Chiesa modenese - L’auspicio e il desiderio sono che, quanto prima, si chiuda questa dolorosa vicenda, che ha profondamente scosso la vita della comunità parrocchiale, ritrovando la via della riconciliazione nella verità e carità, che sono indispensabili per la crescita umana e spirituali di tutti i fedeli".
 

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