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Cronaca

Ristorazione e turismo, otto ore di sciopero previste per giovedì 31

Una delegazione di lavoratori modenesi, circa 100 su un totale di 9.000 occupati del settore, parteciperanno alla manifestazione indetta dai sindacati confederati per protestare contro la disdetta del contratto nazionale del turismo-ristorazione

Si muoveranno anche da Modena un centinaio di lavoratori del settore turismo-ristorazione, per prendere parte alla manifestazione nazionale a Milano giovedì 31 ottobre, in occasione dello sciopero nazionale dei pubblici esercizi proclamato da Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro - scaduto lo scorso aprile - e la salvaguardia di diritti e salari. Lo sciopero prevede due manifestazioni nazionali: un presidio a Roma e un corteo a Milano che confluirà sotto la sede di Confcommercio. I lavoratori modenesi insieme a quelli delle altre regioni del Centro Nord partecipano alla manifestazione di Milano. 

Lo sciopero interessa i lavoratori del settore turismo (bar, ristoranti, ristorazione collettiva): un milione e mezzo di lavoratori a livello nazionale, a Modena circa 9.000 addetti operanti in tanti piccoli e medi esercizi e in alcuni grandi gruppi della ristorazione veloce come McDonald, Autogrill, Chef Express e Flunch e aziende della ristorazione collettiva quali Cir Food e Camst che gestiscono la maggior parte delle mense scolastiche e aziendali. Sono esclusi dallo sciopero gli alberghi e le agenzie di viaggi.  Lo sciopero di giovedì prossimo segue quello del 10 agosto, e rappresenta le ultime 8 ore del pacchetto complessivo di 12 ore proclamato l’estate scorsa. 

I sindacati Filcams/Cgil, Fisascat/Cisl e Uiltucs/Uil giudicano irricevibili le proposte di Fipe-Confcommercio che puntano a cancellare 14esima mensilità, scatti di anzianità, tutele sulla malattia e non prevedono aumenti salariali. Si rivendica l’unicità del Contratto Nazionale del Turismo "minacciato da intollerabili pratiche di disdette unilaterali da parte di diverse associazioni di rappresentanza (vedi Angem), in un settore ad elevata frammentazione dei posti di lavoro, dove l’assenza di un contratto nazionale rischia di comprimere ulteriormente i diritti dei lavoratori". 

I Sindacati denunciano il comportamento di Angem (l’associazione delle imprese di ristorazione collettiva che fa capo a Confcommercio) che ha disdettato, dopo mesi di confronto, il contratto nazionale e ha avviato un percorso per la sottoscrizione di un nuovo accordo solo con il sindacato Ugl. Sono altresì preoccupati per la possibilità di emulazioni e non sono disposti ad assecondare un simile percorso da parte di altre associazioni datoriali. Filcams Fisacat Uiltucs chiedono perciò di riprendere un confronto negoziale serio con tutte le associazioni imprenditoriali per affrontare i veri problemi del settore che, più che al costo del lavoro, sono imputabili alla crisi persistente, alla caduta dei consumi e alla minor capacità di spesa delle famiglie.

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