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Cronaca

Scontri davanti Confindustria, domiciliari revocati per giovane del Guernica

La nota degli autonomi: " Questa esasperazione delle misure preventive fa ormai parte di un modello di repressione politica che viene applicato in modo inconsulto su coloro che esprimono dissenso"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ModenaToday

Nella mattinata odierna (ieri, ndr) il giudice che si occupa del processo a carico di studenti e manifestanti, imputati in merito alla contestazione davanti a Confindustria del 6 dicembre 2012, ha revocato le misure cautelari nei confronti del compagno agli arresti domiciliari. Tale misura, era stata attuata dal giudice, come riduzione della misura cautelare, a discapito della richiesta fatta dal PM Lucia Musti, la quale chiedeva il carcere preventivo per tutti. Questo ci permette di capire come la magistratura detenga e gestisca un improprio potere sulla libertà o detenzione di persone che non hanno subito nessun grado di giudizio e che, per il nostro modello legislativo, sono innocenti a tutti gli effetti. Questa esasperazione delle misure preventive fa ormai parte di un modello di repressione politica che viene applicato in modo inconsulto su coloro che esprimono dissenso: il 70% degli indagati da parte dei pubblici ministeri italiani è sotto misure cautelari ancor prima di aver subito il primo grado di giudizio in tribunale. D'altronde quando uno stato vede diminuire la sua popolarità, cioè l'appoggio delle classi subalterne, il dissenso fa estremamente paura e possiamo dire che è diventato un cliché all'italiana l'uso dispiegato di metodi repressivi. Si pensi che all'oggi sono oltre 17.000 gli indagati per manifestazioni e sommosse popolari in Italia negli ultimi anni. Questa attenuazione delle misure cautelari, con la revoca della carcerazione domiciliare, è sicuramente un dato positivo, che permette di capire come la costruzione di processi farsa inizi ad avere difficoltà a reggere, con responsabilità da parte della questura di Modena, che omettendo prove a favore degli indagati, ha indotto la magistratura ad esasperare un atteggiamento che noi riteniamo già di per sé persecutorio. Questa giornata non ci vedrà comunque arretrare di un passo, né flettere in determinazione: ricordiamo che tutti gli indagati sono tuttora sottoposti all'obbligo di firma giornaliero.

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