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Cronaca

CIR si arrende, la “Piadina Romagnola” può essere prodotta solo in Riviera

Il Consiglio di Stato ha accolto l’appello presentato dal Consorzio di promozione e tutela della Piadina Romagnola, dopo che l'industria modenese aveva ottenuto il placet del Tar del Lazio. Federalismo enogastronomico

La “piadina romagnola” la si può produrre industrialmente solo il Romagna, almeno se la si vuole chiamare in quel modo. E' quanto afferma una sentenza del Consiglio di Stato pubblicata mercoledì. Ad esultare è il Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola, per intenderci il club che mette assieme i sostenitori dell'IGP, che sono principalmente i produttori industriali romagnoli.

Deve perciò arrendersi all'evidenza il colosso industriale modenese CIR, che aveva scatenato la guerra ai produttori romagnoli. In questa vicenda le carte bollate stanno rendendo molto intricata la vicenda, ma il risultato è essenzialmente uno: il riconoscimento del marchio di “Indicazione geografica protetta” alla piadina in Romagna sta causando più scontri e dissapori mentre dovrebbe unificare un territorio che in tale marchio dovrebbe ritrovarsi essendo la piadina un tratto identitario molto forte.

Contro il marchio IGP ha mosso un ricorso al Tar del Lazio un'azienda modenese produttrice di piadina, il colosso CIR, vincendo e bloccando l'applicazione del marchio IGP, nonostante la registrazione presso l'Unione Europea. In questa diatriba la Confesercenti sperava quindi di bloccare, almeno per il momento, le potenziali sanzioni ai produttori artigianali dei chioschi. Ma così non sarà. La sentenza, annuncia il Consorzio di Promozione e Tutela della Piadina Romagnola, è stata ribaltata dal Consiglio di Stato.

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