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Famiglia sfrattata, il presidio dei centri sociali e poi la presa in carico del Comune

Accolti mamma e figli minori. I Servizi sociali, che seguono la famiglia, già un anno fa si erano resi disponibili a sostenere il nucleo nella ricerca di un alloggio. Oggi presidio antisfratto degli autonomi

È stata collocata insieme ai tre figli minorenni presso una struttura alberghiera, la signora straniera che da questa mattina non può rientrare nell’appartamento di via Bonaccini in cui alloggiava insieme al marito e al figlio maggiorenne. I Servizi sociali del Comune, che si sono attivati per trovarle una sistemazione d’emergenza, avevano già avuto diversi contatti con la famiglia nel corso degli ultimi anni e per motivi non esclusivamente legati a problematiche abitative, ma anche relazionali nell’ambito del nucleo.

Lo sfaratto è stato eseguito con il sostegno della Polizia questa mattina, per altro alla presenza di alcuni militanti dello sportello sociale LaRage – lo stesso gruppo promotore delle ultime occupazioni abusive in centro storico – che si erano presentati in via Bonaccini per impedire lo sfratto. Come in molti casi analoghi, anche stamane tutto si è svolto senza che la situazione degenerasse, con gli antagonisti che hanno semplicemente insistito nel loro ruolo di mediatori tra la famiglia e le autorità.

L’anno scorso, avvertiti della procedura di sfratto intrapresa dal proprietario dell’alloggio che da diversi mesi non percepiva il canone di affitto, i Servizi hanno avviato con il nucleo familiare un percorso finalizzato al mantenimento dell’alloggio attraverso l’attivazione di un intervento di sostegno economico per “morosità incolpevole”, che però non è andato a buon fine per mancanza di accordo tra le parti.

A questo punto i Servizi, in considerazione della capacità reddituale del capofamiglia che ha un regolare lavoro a tempo indeterminato, si sono resi disponibili a sostenere il nucleo nel reperimento di un altro alloggio, attraverso l’erogazione del deposito cauzionale. Al tempo stesso i Servizi hanno sostenuto il nucleo nell’accesso ai contributi economici destinati alle famiglie con almeno tre figli e stanno cercando di favorire un progetto di inserimento lavorativo per il figlio maggiorenne che ha terminato una scuola professionale specializzata.

Occorre però sottolineare che i Servizi sociali si rendono disponibili a sostenere percorsi condivisi nel rispetto delle volontà di ciascuno componente della famiglia che già in passato è rientrata per un periodo nel paese d’origine, il Marocco, una scelta che in questi anni di crisi economica è stata per altro fatta da altre famiglie di migranti. 

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