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Cronaca

Crisi, Lega Nord: "La Chiesa contribuisca e paghi le tasse"

La proposta-provocazione del segretario cittadino del Carroccio: "Un'oligarchia dominante all'interno della Chiesa sta vampirizzando il Paese: è necessario che l'otto per mille sia devoluto al risanamento dei conti pubblici"

Nelle ultime settimane, su internet, una campagna volta a chiedere alla Chiesa un solido contributo alla sorte dei conti pubblici italiani ha avuto un folto seguito fra gli utenti dei social network: la Lega Nord modenese non è rimasta esente da questo impeto e ha giocato la sua carta con il segretario cittadino Stefano Bellei che ha invitato le gerarchie ecclesiastiche ad allargare i cordoni della borsa per la causa nazionale: "Ho notato che negli ultimi anni gran parte dell’oligarchia che controlla la Chiesa ha assunto posizioni più patriottiche dei grandi anticlericali Mazzini e Garibaldi, stroncando decisamente e in maniera dottrinariamente inconcepibile ogni ipotesi di nuove entità statali nella penisola italica - attacca Bellei - Contraddicendo i grandi papi del passato che davano poca importanza ai confini e alle forme istituzionali delle nazioni, poiché la cosa che reputavano più importante era che questi si basassero su sani valori e principi di natura cristiana, questa oligarchia dominante, che per fortuna non rappresenta tutta la Chiesa, è impegnata a difendere i confini e non si cura di chi, all’interno di questi confini, sta vampirizzando il paese".

"Dal momento che le mie posizioni secessioniste sono a tutti note - spiega il segretario del Carroccio - lancio la seguente proposta. Potrei anche mettere da parte i miei ideali padani, ma a una condizione. Che tutti quelli che fanno gli iperitalianisti si pongano alla testa di coloro che sono chiamati a fare sacrifici per tentare di salvare la nazione, e contribuiscano in solido. E tra questi anche la Chiesa deve fare il suo. Che vada pure
a celebrare la breccia di Porta Pia, ma che si porti dietro la disponibilità a pagare l’Ici. Che difenda pure l’intangibilità dei confini nazionali, ma che contemporaneamente devolva il suo otto per mille al risanamento dei conti pubblici. Altrimenti questa collusione, impensabile fino a qualche tempo fa quando i preti erano ancora preti, con coloro che “fatta l’Italia se la sono divorata”, per dirla alla Gramsci, risulterebbe impossibile da
giustificare. Sarebbe solo un esercizio di ipocrisia. E l’ipocrisia, così come il non pagare le tasse, è peccato".

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