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Cronaca

Caso Santachiara, l'Ordine dei Giornalisti: "Ennesima intimidazione"

L'Odg regionale ha preso posizione sulla vicenda di Stefano Santachiara, il giornalista querelato per avere letto una visura camerale durante la trasmissione Report: "Mobbing nei confronti del diritto di cronaca"

"Meglio tardi che mai", verrebbe da dire. Dopo un lungo silenzio data ormai l'età della notizia, l'Ordine dei Giornalisti di Bologna è uscito allo scoperto esprimendo solidarietà al giornalista Stefano Santachiara, collaboratore de "Il Fatto Quotidiano". L'Ordine ha espresso vicinanza al giornalista querelato per la lettura di una visura camerale in tv su Report mediante un comunicato stampa diffuso nel pomeriggio di martedì 24 aprile: "Una volta il mezzo preferito per intimidire la stampa era la querela - esordisce la nota - Ma ora il sistema si è fatto furbo e, agendo in sede civile anzichè penale, quando i giornali pubblicano notizie sgradite si chiedono risarcimenti milionari".  Coinvolti nella citazione anche Milena Gabanelli, responsabile della trasmissione e l’autore del servizio Giuliano Marrucci. 

"Un malcostume - prosegue il comunicato - che negli ultimi anni è cresciuto in modo esponenziale per quantità di casi e per entità di risarcimenti richiesti, spesso del tutto sproporzionati a presunto danno ricevuto. Cifre pazzesche che nessun giornalista è in grado di pagare e nessun editore vorrà rischiare, strumenti di intimidazione preventiva, una sorta di mobbing nei confronti del diritto di cronaca. Il meccanismo è collaudato. Si punta la pistola alla tempia dei giornalisti, soprattutto dei piccoli editori, con lo scopo di mettere pressione, ammorbidire la controparte con la minaccia di un salasso finanziario" che può minacciare la chiusura dell'organo di informazione. Il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna conclude denunciando queste "misure terroristiche che limitano pesantemente la libertà d’informazione e il diritto-dovere di cronaca dei giornalisti e devastano la possibilità di fare inchieste". Dopo avere espresso solidarietà ai diretti interessati, il Consiglio dell'Ordine conclude auspicando una riforma della legge sulla diffamazione che riequilibri la situazione: "Non vogliamo immunità per i giornalisti che quando sbagliano devono pagare, ma chiediamo sia rimosso un oggettivo bavaglio all’informazione".

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