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Cronaca San Possidonio

Terremoto, nelle tendopoli della bassa c'è desiderio di normalità

Tra i volontari attivi nei centri di accoglienza figurano diversi psicologi provenienti anche da fuori regione: "Bambini e anziani le persone più a rischio, in campo diverse iniziative per ricostruire la normalità"

Lo choc da terremoto si combatte ricostruendo la normalità, anche nelle tendopoli. O almeno, questo è il primo obiettivo degli psicologi che, in questi giorni, stanno assistendo gli sfollati. Vanessa Pasqualetti, 39 anni di San Miniato (Pisa), è una di loro. È una volontaria Anaps e lavora nel centro allestito dalla Regione Toscana a San Possidonio. "All'inizio ci potrebbero essere le crisi di ansia e gli attacchi di panico - racconta - Ma, dopo un po', quello con cui bisogna fare i conti è il fatto che il terremoto stravolge la vita, il quotidiano, le abitudini". La normalità cambia a seconda delle età. "Ovviamente - continua Vanessa - le persone più a rischio sono i bambini e gli anziani. Per i primi si allestiscono nelle tendopoli delle ludoteche. Li facciamo giocare, li facciamo stare insieme ai coetanei. Per gli anziani cerchiamo di creare dei centri di aggregazione, dei gruppi ricreativi, per esempio con una zona caffetteria dove farli giocare a carte". Per gli adulti, le difficoltà sono altre. "Siamo in una società multiculturale - racconta Vanessa - la normalità significa poter rispettare certe usanze, poter continuare a portare avanti certi riti. Ecco che nasce l'esigenza di porre una certa attenzione al cibo, per esempio, o di indivduare dei luoghi da destinare al culto". Quanto tempo si può resistere in questa normalità ricostruità? "Abbastanza - risponde Vanessa - ma non troppo".

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