Terremoto, la Garante dei Detenuti: "Chiudere la Casa Lavoro"
L'inagibilità della Casa Lavoro induce a riflessioni sulla possibilità di chiusura della struttura, di fatto inutile per il reinserimento sociale dei detenuti ospitati. Questo il pensiero del Garante Desi Bruno
L’eco del sisma della Bassa ha causato seri problemi anche in città: nei giorni scorsi, i vigili del fuoco hanno infatti dichiarato inagibile la Casa Lavoro che si trova a Saliceta San Giuliano. La struttura ospitava 65 detenuti, tutti trasferiti tra Parma e Padova. Scopo originario di una Casa Lavoro, come spiega Desi Bruno, Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, è accogliere “le persone che pur avendo scontato la pena detentiva per intero hanno avuto un’ulteriore misura di sicurezza, applicata dal magistrato, perché considerate socialmente pericolose. Misure di sicurezza che hanno come obbligo il lavoro per arrivare al reinserimento sociale”. Ma, nei fatti, il reinserimento sociale è cosa ben difficile da raggiungere, soprattutto se lo si cerca lontano dalla casa e dagli affetti dei detenuti, e senza progetti condivisi da magistrati e istituzioni. La garante, sottolineando il sostanziale fallimento degli obiettivi che dovevano essere raggiunti tramite la detenzione in case lavoro, e alla luce dei danni provocati dal sisma, propone la definitiva chiusura della struttura di Saliceta, un provvedimento che eviterebbe lo spreco di personale e risorse e alleggerirebbe il lavoro dell’Ufficio esecuzione penale modenese. Per Desi Bruno l’unica azione sensata da portare avanti è piuttosto l’avvicinamento degli internati ai luoghi di provenienza, di residenza e dove hanno legami familiari, favorendo in questo modo un effettivo reinserimento sociale, anche se è chiaro che in questo modo si andrà ad aggravare il carico di lavoro della Magistratura di sorveglianza competente per ciascun territorio.
