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Traffico di marche da bollo contraffatte in Tribunale, dipendente in manette

Un assistenze giudiziario ed un complice "stampatore" avevano messo in piedi un giro illecito di valori bollati, che alcuni avvocati modenesi acquistavano a prezzo di favore. Il dipendente è finito in arresto mentre trasportava una "partita" di marche. Perquisizioni in cinque studi legali

Marche da bollo contraffatte con l'uso sapiente di una stampante ad alta definizione e poi vendute a prezzo di favore ad avvocati modenesi, che le apponevano sugli atti giudiziari da depositare nello stesso ufficio dove lavorava il loro "fornitore" clandestino, un assistente giudiziario del Tribunale. E' questa la sintesi di quanto hanno scoperto i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Modena, nel corso di una attività investigativa delegata e coordinata dalla locale Procura della Repubblica, che ha portato ieri ad un arresto, diverse denunce e altrettante perquisizioni.

LE INDAGINI - Le indagini sono iniziate poco prima del periodo estivo, quando gli Uffici amministrativi del locale Tribunale hanno proceduto ad una serie di controlli “a campione” sulle marche da bollo apposte sugli atti giudiziari depositati presso le Cancellerie. Accertata l’irregolarità di alcuni dei valori bollati esaminati è scattata la doverosa segnalazione alla Procura della Repubblica, che ha delegato le Fiamme Gialle modenesi per le relative indagini. La Finanza ha quindi scavato a fondo tra le attività sospette, utilizzando anche intercettazioni telefoniche ed ambientali, fino ad identificare il responsabile: un assistente giudiziario in servizio presso la ricezione atti del Tribunale.

IL TRAFFICO – Il dipendente pubblico era capace di soddisfare le ordinazioni di alcuni compiacenti avvocati che, grazie all’uso dei valori bollati alterati da utilizzare sugli atti depositati, potevano così contare su sensibili risparmi delle spese, probabilmente ribaltando comunque sul cliente il costo del valore bollato che avrebbero dovuto acquistare. Sfruttando il “servizio parallelo” fornito dall’assistente giudiziario infedele, le marche da bollo acquistate con un minimo esborso pari a 0,20 € in tabaccheria si trasformavano in tagliandi con un valore sensibilmente superiore, anche nell’ordine delle centinaia di euro, consentendo così una notevole evasione dell’imposta di bollo da parte dei professionisti coinvolti. La Procura non ha reso noto i nomi degli avvocati finora coinvolti, ma nella giornata di ieri sono stati sottoposti a perquisizione cinque studi legali cittadini.

LA CONTRAFFAZIONE – A compiere materialmente l'alterazione dei valori bollati – che proseguiva per lo meno dal settembre del 2013 – è emersa la figura di un uomo di origine campana, residente in città e già arrestato in passato e con numerosi precedenti penali tra i quali anche associazione a delinquere, truffa e ricettazione. I militari hanno perquisito anche la sua abitazione,sequestrando una striscia di una trentina di marche da 0,20 e 0,50 centesimi pronte per essere modificate grazie ad una stampante ad alta definizione che, guidata da un software grafico, riusciva a “riscrivere” il valore delle marche. L'uomo è stato denunciato per ricettazione e alterazione di valori bollati.

L'ARRESTO – Mercoledì 23, dopo aver pedinato l’autovettura dell’assistente giudiziario che si era recato a ritirare quanto ordinato dal suo “stampatore”, i militari hanno provveduto a fermare e sottoporre a controllo lo stesso e la moglie, che lo accompagnava nel tragitto. I valori bollati appena ritirati erano talmente freschi di stampa da evidenziare sbavature dell’inchiostro utilizzato per la ristampa. Oltre a quelli datati 23 settembre sono state rinvenute anche altre marche, tutte alterate nel valore. In totale sono stati sequestrati valori abilmente alterati per un ammontare di oltre 5.000 euro. L'uomo è stato arrestato in flagranza per ricettazione e la moglie è stata segnalata a piede libero per il medesimo reato.

Non è ancora chiaro quanto possa aver fruttato questo mercato “sottobanco”, ma è un fatto che l'episodio criminale avrà ricadute pesanti, specialmente alla luce dei professionisti coinvolti. Da un lato, infatti, la Procura procederà a identificare tutte le marche contraffatte e quindi ad addebitare nuovi costi per recuperare la cifra evasa, mentre dall'altro saranno i clienti degli avvocati a doversi rivalere sugli stessi per la truffa subita.

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